WASHINGTON - Harris si è rivolta alla nazione dopo una campagna intensa, ma risultata fallimentare nel tentativo di fermare il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

“Anche se concedo questa elezione, non abbandono la lotta che ha alimentato questa campagna”, ha dichiarato alla platea di sostenitori, molti dei quali in lacrime, presso la sua alma mater, la Howard University, storica università nera di Washington.

Harris ha promesso di continuare a battersi per i diritti delle donne, contro la violenza delle armi e “per la dignità che tutte le persone meritano”. Ha riferito di aver telefonato al presidente eletto Trump per congratularsi della vittoria e garantire una transizione pacifica del potere.

L’atmosfera era decisamente più cupa rispetto all’accoglienza calorosa ricevuta da Harris solo poche settimane fa sul campus di Howard, quando migliaia di studenti e laureati si erano riuniti sperando di celebrare la prima laureata di un’università storicamente nera eletta presidente degli Stati Uniti.

Davanti a una folla che includeva l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi, collaboratori della Casa Bianca di Joe Biden e migliaia di sostenitori, Harris è salita sul palco mentre risuonava l’inno della sua campagna elettorale, Freedom di Beyoncé. In piedi accanto a lei, sostava il compagno di ticket, il governatore del Minnesota Tim Walz.

Rivolgendosi soprattutto ai giovani, Harris li ha esortati a non arrendersi nonostante la delusione: “A volte la lotta richiede tempo. Ma questo non significa che non vinceremo”.

Dopo l’uscita di scena di Joe Biden, Harris aveva portato nuova energia e risorse alla campagna democratica, ma non è riuscita a convincere gli elettori preoccupati per lo stato dell’economia e le proporzioni dell’immigrazione illegale. La sconfitta, con una vittoria inequivocabile di Trump in molti stati chiave, ha deluso migliaia di sostenitori che si erano dati appuntamento alla Howard per celebrare una vittoria storica.