CANBERRA - Hastie, ex militare e sostenitore dell’alleanza con gli Stati Uniti, ha chiesto spiegazioni sul possibile coinvolgimento australiano in operazioni militari lanciate dal suolo nazionale, sottolineando l’importanza del consenso pubblico.
Il recente attacco statunitense contro l’Iran ha riacceso il dibattito sul ruolo dell’Australia nell’alleanza, soprattutto con l’incremento delle attività militari americane nel Northern Territory e l’imminente rotazione di sommergibili nucleari presso la base di Perth a partire dal 2027.
Hastie ha proposto l’istituzione di un Comitato parlamentare sulla Difesa per “porre domande difficili” e rafforzare il controllo democratico sulle decisioni militari. La proposta è sostenuta anche dai Verdi, che tuttavia chiedono una struttura più inclusiva e critica nei confronti della dipendenza australiana dagli Stati Uniti.
Anche l’ex segretario del Dipartimento degli Interni, Mike Pezzullo, ha auspicato un ripensamento strategico dell’alleanza, suggerendo la trasformazione dell’ANZUS in una vera alleanza militare con strutture di comando condivise, sul modello NATO.
Il ministro della Difesa Richard Marles ha respinto le osservazioni, affermando che esiste “un alto grado di trasparenza” e che l’Australia mantiene il pieno controllo e consenso sulle attività militari statunitensi sul suolo nazionale.
Tuttavia, l’esperto Euan Graham ha osservato che l’Australia resta un’eccezione tra gli alleati USA, non avendo mai ospitato forze da combattimento americane su larga scala dai tempi della Seconda guerra mondiale.