Il suo nome brilla con orgoglio nel panorama letterario italo-australiano. Vincitore di numerosi premi, assegnatario di altrettanti riconoscimenti e citato in numerose riviste di settore, a lui – e a pochi altri – si deve il merito di aver portato la poesia italiana in Australia. 

Lo scorso 25 novembre, Mariano Coreno ha celebrato il suo ottantaquattresimo compleanno con una festicciola in famiglia, e così incoronato un altro anno di attività e successi letterari, tutti mossi da quell’irrefrenabile “bisogno di scrivere, di mettere pensieri ed emozioni in versi”.

Proprio in occasione di questo importante evento, abbiamo scambiato quattro piacevoli chiacchiere con Mariano Coreno per ripercorrere alcuni dei suoi più grandi traguardi sanciti durante l’anno.

Oltre al lancio del suo ultimo libro Best of Mariano Coreno – Italian Poet in Australia avvenuto al Co.As.It. di Melbourne nel mese di giugno, infatti, il poeta ha partecipato al IV Concorso Internazionale di Poesia ‘Gaeta perla del Lazio’ ottenendo un importante riconoscimento per il componimento Il mar Tirreno e Gaeta.

“Io rispondo anche della verità, non solo della fantasia, e quindi delle cose che vedo. Ho l’occhio che si posa su tante cose, sui fiori, gli alberi, sulle persone. Osservo come camminano, come guardano, come ridono. Se hanno un viso allegro o triste. Queste piccolezze che, forse, gli altri potrebbero non notare. Io le vedo e le trasformo in poesia, e questo è quello che faccio”. Ha spiegato Mariano Coreno, per poi soffermarsi su ciò che ha ispirato la composizione de ‘Il mar Tirreno e Gaeta’. 

“Gaeta è una città bellissima che ho visitato durante uno dei miei viaggi di ritorno in Italia, in occasione del matrimonio di un mio cugino. Sono rimasto affascinato da quel mare calmo, dalle onde che appena si muovevano, dalle sue chiese e dalle fontane. Anche la sua storia è molto ricca”. 

Come già anticipato, la sua poesia che lo stesso Coreno definisce “ungarettiana”, dallo stile lievemente ermetico e dai versi “così brevi che sembrano semplici, ma che ti spingono a pensare”, è spesso apparsa su alcune importanti riviste di settore italiane e australiane. Nel primo caso, i componimenti di Mariano Coreno sono stati citati in periodici come Omnia, Il pungolo verde e Il giornale letterario. Nel secondo caso, invece, a citarlo sono stati il Poetry Australia, il The Age, il The Australian e il Vision, giusto per nominarne alcuni. 

Guardando al futuro, Coreno ha dimostrato un interesse appassionato nella preservazione della poesia in un’era dominata dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale. Nel corso della nostra chiacchierata, lo scrittore ha annunciato la pianificazione di una conferenza dedicata a esplorare questa tematica, programmata per il prossimo anno, esprimendo preoccupazione per il destino della poesia che, intrinsecamente musicale e permeata di passione ed emozione, potrebbe non sopravvivere – o comunque perdere la sua vera essenza e la sua capacità di emozionare – con l’avanzamento tecnologico e in una società robotica e robotizzata.

Mentre si interroga sul futuro, Mariano Coreno rimane però determinato a combattere per la sopravvivenza della poesia, riconoscendo la sua importanza vitale per molte persone, compreso lui stesso.

“La poesia sta perdendo molto. Io non so come andrà a finire, perché la poesia è musicale e deve avere anche la passione, l’emozione che un robot o un algoritmo non può trasmettere. Io, probabilmente, non ho più così tanto tempo, per cui potrei non vedere la fine di tutto questo. Ma per quel che mi resta, voglio continuare a battermi per la sopravvivenza della poesia nella nostra società. Io ne ho avuto bisogno per vivere, e so per certo che, come me, tante altre persone ne avranno bisogno”. 

In questo contesto, Mariano Coreno emerge come un difensore instancabile della bellezza intrinseca della parola poetica, tanto in Australia quanto in Italia, pronta a resistere alle sfide del progresso tecnologico per garantire che la poesia continui a risuonare nell’anima delle persone. 

La sua storia e la sua dedizione fungono da faro per gli amanti della poesia, un richiamo a preservare la magia delle parole in un mondo che cambia rapidamente.