TEGUCIGALPA – Il panorama politico honduregno continua a essere segnato da incertezza e tensione dopo le elezioni generali del 30 novembre.
Con il 99,4 per cento dei voti scrutinati, il candidato del Partido Nacional, Nasry Asfura, rimane in vantaggio con il 40,52 per cento dei suffragi, seguito molto da vicino dal liberale Salvador Nasralla, che si attesta intorno al 39 per cento.
La distanza tra i due è inferiore ai 40mila voti. Un margine che, sommato ai ritardi e alle anomalie tecniche nella trasmissione dei risultati, alimenta un diffuso clima di sfiducia.
Lo scontro è salito di tono nelle ultime ore con la denuncia pubblica della presidente uscente, Xiomara Castro, che ha accusato il presidente statunitense Donald Trump di essere intervenuto direttamente nel processo elettorale.
Secondo Castro, le dichiarazioni del mandatario nordamericano e l’indulto concesso pochi giorni prima del voto all’ex presidente Juan Orlando Hernández — condannato per narcotraffico negli Stati Uniti — costituirebbero una pressione inammissibile sull’elettorato honduregno. Per la presidente, tutto ciò configura un “colpo di Stato in corso”, che porterà davanti a organismi regionali e internazionali.
Le critiche non provengono solo dall’Esecutivo. Il Parlamento honduregno, tramite una dichiarazione firmata dalla commissione permanente, ha condannato quella che considera un’ingerenza diretta di Washington.
Secondo il documento, le dichiarazioni pubbliche di Trump prima delle elezioni avrebbero cercato di influenzare il voto a favore di Asfura, compromettendo la libertà dell’elettorato.
Il testo segnala inoltre pressioni economiche, disinformazione e un contesto di minacce legate a strutture criminali interne come fattori che hanno offuscato il processo elettorale.
🏛️🇭🇳I 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐈𝐂𝐀𝐃𝐎 𝐎𝐅𝐈𝐂𝐈𝐀𝐋
— Congreso Nacional de Honduras (@Congreso_HND) December 11, 2025
𝗟𝗮 𝗖𝗼𝗺𝗶𝘀𝗶𝗼́𝗻 𝗣𝗲𝗿𝗺𝗮𝗻𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗻𝗴𝗿𝗲𝘀𝗼 𝗡𝗮𝗰𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹 𝗱𝗲 𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗽𝘂́𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲 𝗛𝗼𝗻𝗱𝘂𝗿𝗮𝘀, en cumplimiento de sus atribuciones constitucionales y en resguardo de la voluntad soberana del… pic.twitter.com/R7puOmfC9F
In parallelo, la candidata del Partido Libre, Rixi Moncada, arrivata terza con circa il 19 per cento, ha richiesto l’annullamento totale delle elezioni, denunciando irregolarità nel sistema di trasmissione delle schede e modifiche non autorizzate ai codici informatici. Moncada sostiene che la sovranità popolare sia stata violata e ha invitato la cittadinanza a mobilitarsi.
Dall’estero, gli Stati Uniti hanno respinto categoricamente qualsiasi accusa di frode. Un funzionario del Dipartimento di Stato ha affermato che “non esistono prove credibili” che giustifichino l’annullamento delle elezioni e ha ritenuto che i risultati riflettano un voto di sfiducia dell’elettorato verso il governo di Libre.
Da parte sua, l’Organizzazione degli Stati americani (Oea), che mantiene osservatori nel Paese, ha esortato a “rispettare le tappe istituzionali”, evitare appelli che alterino l’ordine pubblico e consentire al Consiglio nazionale elettorale (Cne) di completare il proprio lavoro senza pressioni.
La missione internazionale ha anche sottolineato la necessità di accelerare il processo di verifica delle schede e preservare l’integrità del materiale elettorale.
In un clima di accuse incrociate, il Cne ha esteso fino al 15 dicembre il termine per richiedere revisioni straordinarie e riconteggi, in risposta all’alto numero di contestazioni ricevute. La proclamazione ufficiale del vincitore potrebbe quindi subire ulteriori ritardi.