BUENOS AIRES – In principio fu Volare. Anzi, Nel blu, dipinto di più, il vero titolo del successo di Domenico Modugno, la canzone italiana più famosa all’estero, con la quale il cantante pugliese si presentò al Festival di Sanremo nel 1958, e lo vinse.
Modugno la interpretò allargando le braccia durante il ritornello, rompendo con i codici paludati dell’epoca e segnando un nuovo modo di stare in scena.
Mentre si avvicina la prima serata (il 6 febbraio) dell'edizione numero 74 del Festival di Sanremo, sono tanti i classici della musica leggera italiana diventati famosi (in lingua originale o tradotti) anche in Argentina e non solo nella nicchia della nostra comunità.
Molti di essi sono passati proprio per la manifestazione di musica leggera più importante d'Italia.
1963: Il ballo del mattone di Rita Pavone
La canzone che ha consacrato il successo della cantante torinese è talmente popolare in Argentina da essere usata spesso come jingle pubblicitario.
Ancora oggi, a 60 anni di distanza, ogni tanto passa alla radio. E a Buenos Aires dà il nome a un famoso ristorante italiano.
Rita Pavone ha partecipato 4 volte a Sanremo, senza mai vincere, ma in compenso nell’arco della sua carriera ha venduto 50 milioni di dischi a livello planetario.

Rita Pavone nel 1965, all'inizio della sua carriera.
Naturalizzata svizzera da molti anni, è stata candidata nel 2006 per il Senato, per la Circoscrizione Estero, in una lista di destra, senza essere eletta.
1964: Una lacrima sul viso di Bobby Solo
Bobby Solo (Roberto Satti) sta all’Italia come Palito Ortega all’Argentina. Emulo di Elvis Presley sia nella voce profonda che nello stile, faceva parte (con Little Tony e Tony Dallara) della cosiddetta categoria degli “urlatori” (los gritones).
Il brano con cui si presenta a Sanremo nel 1964 arriva secondo e diventa un grande successo che gli varrà un invito nel 1966 a Buenos Aires, accolto con gli onori di un divo.
1972: Parole di Mina
Il celebre duetto con Alberto Lupo (attore all’epoca all’apice del successo, noto per la sua voce profonda da seduttore) ha una versione argentina, con il titolo di Palabras, dove il ruolo maschile – accanto a Mina – è interpretato dal calciatore Javier Zanetti, attuale vicepresidente dell’Inter.
Palabras è inserito nell’album di Mina Todavía (2007), prodotto per i paesi di lingua spagnola.
1978: Tanti auguri di Raffaella Carrà
Difficile scegliere un successo della mitica Raffa che non sia diventato famoso anche in Argentina.
Tanti auguri (noto anche come Quant’è bello far l’amore da Trieste in giù) ha una versione pensata appositamente per l’Argentina dal titolo allusivo: Hay que venir al Sur. Un inno all’amore libero e spensierato di cui la cantante è sempre stata paladina, soprattutto per quanto riguarda il punto di vista femminile.

Una giovanissima Carrà, con la tv in bianco e nero (foto: Ansa).
Recentemente le è stata dedicata la docuserie Raffa (Disney+).
1982: Felicità di Al Bano e Romina
Con questa canzone la coppia, allora felicemente sposata, è arrivata seconda al Festival di Sanremo (dopo Riccardo Fogli).
È il momento più felice del loro sodalizio artistico e sentimentale: era da poco arrivata la consacrazione internazionale, in particolare in Europa dell’Est e America Latina, con 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo.

Al Bano e Romina dopo il secondo posto a Sanremo (foto: Ansa).
La canzone diventò il simbolo della loro unione, che all’epoca sembrava indistruttibile.
Recentemente sono tornati a cantare insieme, dopo la separazione burrascosa e alcune dolorose vicende familiari, come la scomparsa della figlia Ylenia, mai ritrovata.
1983: L’italiano di Toto Cutugno
È stata presentata al festival di Sanremo nel 1983 e il suo autore e interprete, Toto Cutugno, si è classificato quinto. L’italiano è una sorta di inno nazionale parallelo delle nostre comunità all’estero.
Descrive la nostalgia per un Paese che non esiste più (e forse non è mai esistito) e tutti gli stereotipi sull’italianità, pregi e difetti nei quali – in fin dei conti – ci piace rispecchiarci.
1990: Notti magiche di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato
L’inno di Italia ’90, il cui vero titolo è Notti magiche, è rimasto nel cuore di tutti gli argentini, vincitori di quell’edizione del mondiale di calcio e, in particolare, della partita che escluse l’Italia.
È diventata proverbiale la frase del telecronista Bruno Pizzul – “Siamo fuori” – che annuncia l’eliminazione degli azzurri.
Alle prime note del fortunato brano cantato dalle stelle del rock nazionale Edoardo Bennato e Gianna Nannini si scatenano cori appassionati che nemmeno la celebratissima vittoria del 2022 è riuscita a mettere in ombra.
1993: La solitudine di Laura Pausini
Segna l’esordio a Sanremo di Laura Pausini, dove vince per la sezione “Nuove proposte”.
Dopo pochi anni la ragazzina che tremava di paura ed emozione sul palco del Festival era già diventata una star internazionale, apprezzatissima in America Latina come negli Stati Uniti.

Laura Pausini celebrerà 30 anni di musica con un tour (foto Ansa).
Nel 2024 tornerà a Buenos Aires, dove canterà il 28 febbraio, alla Movistar Arena, come parte di un tour iniziato lo scorso anno per celebrare 30 anni di carriera, iniziati proprio su quel palco di Sanremo.
1996: Più bella cosa di Eros Ramazzotti
Questo brano è dedicato all’allora fidanzata Michelle Hunziker e madre della figlia Aurora. Difficile, però, scegliere un solo titolo tra le canzoni di Eros Ramazzotti, tra le quali figurano Terra promessa (suo esordio a Sanremo nel 1984), Adesso tu, Le cose della vita.
Il suo ultimo concerto in Argentina risale al 2022.
1997: Laura non c’è di Nek
Della canzone d’esordio di Nek (Filippo Neviani), branco con cui partecipa a Sanremo, esiste anche una versione in spagnolo dal titolo Laura no está (oltre a quelle in inglese, francese, tedesco, olantese e greco).
Quell’anno tocca il primo posto della classifica delle vendite in Italia e, a distanza di oltre 25 anni, resta “la” canzone di Nek.