La tabella - riportata sotto e basata sui dati nazionali dell’ultimo rilevamento dell’ISTAT – elenca i dieci nomi più frequenti dei bambini nati nel 2018. Se confrontiamo i nomi per maschi e per femmine, non sembra esserci alcun tipo di collegamento. La popolarità di Francesco non garantisce quella di Francesca, che negli ultimi decenni ha perso l’approvazione delle famiglie italiane. Nel 1999 il nome Francesca era al 6° posto ma oggi lo troviamo solo al 25° posto, segno della popolarità ciclica e volubile dei nomi.
Nel 1999 Leonardo era al 21° posto, ma nei 20 anni successivi è salito in cima alla classifica nazionale. Naturalmente ha una grande storia. Di origine longobarda, il suo significato è “forte come un leone”. La fama di Leonardo da Vinci ha indubbiamente contribuito a renderlo desiderabile ai genitori. La forma femminile Leonarda esiste ma rimane poco usata.
Sofia ha una storia completamente diversa: proviene dal greco, dove significa “saggezza”, è un sostantivo astratto senza equivalente maschile.
Tra i nomi per le bambine, Giulia, Giorgia, Beatrice e Anna sono i preferiti da sempre, essendo rimasti nella Top 10 per decenni. Beatrice sarà sempre l’amatissima di Dante, per cui è profondamente radicata nella cultura italiana. Tra le tante Giulia nella storia della Penisola, c’è Giulia Tofana, assassina seriale che nel XVII secolo vendette un veleno inodore, incolore e insapore a 600 donne infelici che avvelenarono i loro mariti per liberarsene - una soluzione utile in un’epoca in cui non c’era il divorzio.
Graduatoria dei 10 nomi più diffusi tra bambini nati nel 2018 in Italia
Altri nomi, come Alice, Sofia e Aurora, sono lentamente saliti in graduatoria. Alice, dal francese antico, deriva in definitiva da Adelaide (“nobile”). Il nome Aurora, un bellissimo latinismo, è balzato al terzo posto.
Emma è di origine germanica, un ipocoristico legato a Ermintrude, Ermengarda, ecc. Il picco per Emma è stato raggiunto nel 2012 con 4971 bambine; nel 2018 il numero era già sceso a soli 3481. La moda, come vediamo, non è sempre coerente. Ancora peggio per il suo equivalente maschile: da decenni Emmo è completamente antiquato e inutilizzato.
Greta, ipocoristico germanico di Margherita, ha raggiunto lo zenit italiano nel 2014, con 3926 neonati. Dal 1999 al 2014 il numero di neonate col nome Greta è triplicato. Ginevra, al quinto posto, ha due etimologie. La prima, dal nome gallese Gwenhwyfar, “spirito luminoso”; la più famosa Ginevra è indubbiamente la moglie del mitico re celtico Artù. Tuttavia esiste anche un’etimologia popolare in Italia, che lega Ginevra al ginepro.
L’effetto del genere è subito evidente: i nomi più diffusi per i neonati sono molto più tradizionali e molto meno esotici di quelli per le neonate. Ma i gusti rimangono ugualmente volubili.
Andrea, che in Australia crea tanta confusione sia per l’accento sia per il genere, nel 1999 era in cima alla classifica nazionale italiana (10.336 ragazzi), ma da allora la sua popolarità si è dimezzata a soli 5016 bambini nel 2018. Tommaso, ormai all’ottavo posto, continua da molti anni invece a dimostrarsi sempre più gradevole ai genitori italiani.
Troveremo mai dei nomi inglesi nella classifica italiana? Sembra improbabile, anche se Kevin è da tempo sorprendentemente comune nella Penisola. Neanche nella traduzione i gusti internazionali combaciano: mentre il nome Ivy si rivela sempre più diffuso in Australia, Edera dall’altro canto è - come si dice in inglese - un ponte troppo lontano per gli italiani.