Ci basterà pareggiare con la Svizzera nel ritorno di Roma per vendicare la mancata qualificazione alla precedente edizione, svoltasi in Russia. Un grazie entusiastico ai ventunenni Raspadori e Kean, quasi coetanei, l’uno nato il 18 febbraio, l’altro 10 giorni più tardi, che hanno matato gli avversari con un poker in 29’. E un ringraziamento particolare a Seferovic che s’è fatto parare il rigore concesso agli elvetici a Belfast, lui come Jorginho, autore d’un errore sanguinoso dal dischetto nella partita di Basilea. I conti tornano, insomma, a dispetto dei tanti punti perduti in precedenza.
In relazione alla mediocrità della Lituania, scivolata al 134simo posto del Ranking Fifa, perfino dietro Ruanda e Filippine, Togo e Guinea, la goleada va interpretata con giudizio. È come se avessimo affrontato una squadra di bassa Serie B, per intenderci. Ma l’Italia ha giocato con un dinamismo e una incisività appena intraviste con Bulgaria e Svizzera. E mai ha ridotto la cadenza, neanche a goleada in archivio. La coppia del Duemila ha funzionato a meraviglia dettando il passaggio ai compagni di squadra, entrando con disinvoltura in area e finalizzando con cinismo. Impossibile dire chi ha entusiasmato in misura maggiore: Kean ha dimostrato di essere attaccante completo, formidabile in allungo, abile sulle fasce come al centro dell’attacco; il suo gemello Raspadori ha ricordato Pablito Rossi per la facilità di dialogare con i compagni spalle alle porta e poi di presentarsi allo sparo. In soldoni lo juventino entra in area più spesso di Insigne e il sassolese sembra rispondere maggiormente di Immobile alle idee di Mancini. Con tutto il rispetto per i due titolari, non mi stupirei se il ct varasse in un prossimo futuro un tridente con Chiesa (l’altra sera out per un problemino al polpaccio), Raspadori e Kean.
La nazionale di Reggio Emilia ha offerto numerosi spunti al ct perché Bastoni, Pessina e Bernardeschi, oltre ai due ventunenni, non possono essere considerati semplici alternative. S’è rivista la squadra che fa gioco, si diverte, pressa e segna. In attesa di appuntamenti più probanti, un buon segno. E questo fa ben sperare alla vigilia della fase conclusiva della Nations League che si giocherà a casa nostra: semifinale contro la Spagna, la nazionale che più ci ha impensierito all’Europeo, e poi eventuale finale con una fra Germania e Belgio.
E ora occhio al campionato che mette la Juventus, in crisi di risultati e di identità, di fronte a due sfide toste: prima la trasferta al Maradona con il Napoli, poi l’impegno interno con il Milan. Figuratevi cosa potrebbe accadere in caso di ulteriori passi falsi. Fra l’altro Spalletti recupera Osimhen, cui è stata condonata una giornata di squalifica, mentre Allegri s’interroga sulle condizioni di Chiesa, il suo uomo migliore. Ci sono poi Atalanta-Fiorentina, Sampdoria-Inter, Milan-Lazio e Roma-Sassuolo. Da far girare la testa e la classifica.