C’è una lunga lista di titoli creati dagli italiani - tra questi citiamo Tex, Dylan Dog e Diabolik. Dal nome naturalmente si evince che Tex è ambientato nel Far West americano del XIX secolo, mentre Dylan Dog è un investigatore paranormale che vive e lavora a Londra. Diabolik invece è un ladro crudele che vive a Clerville. 

Ma i più popolari di tutti sono indubbiamente i fumetti Disney - soprattutto Topolino - il primo tra i tanti eroi Disney che tutti i bambini italiani conoscono. Nonostante le sue origini americane, oggi sono gli italiani a scrivere e creare la maggior parte dei contenuti dei fumetti di Topolino per tutti i suoi lettori sparsi per il mondo.

Dal punto di vista linguistico, c’è molto da dire sui fumetti italiani. Ciò che colpisce subito è la presenza di tanti nomi inglesi, ad esempio: “Fort Wheeling”, “Alan Parker”, “W.I.T.C.H.” o Hugo Pratt, famoso autore di Corto Maltese che è in realtà Ugo Prat, originario di Rimini. Il fascino per il mondo anglo-americano è ovvio: i fumetti sono spesso ambientati in America o in Inghilterra e ne sentono l’influenza - questo è certamente il caso per Tex, Dylan Dog ma anche il famoso Zagor, il cui vero nome è Patrick Wilding.

Per quanto riguarda la grammatica, nei fumetti si trova spesso l’uso del pronome “voi” come allocutivo di cortesia. Basta pensare a Tex, dove l’uso frequente di voi fa pensare al pronome “you” inglese, dando subito al testo un sapore più americano. Naturalmente, ci sono molti altri elementi presi dall’inglese, tra cui imprecazioni come “dannazione”. Tex è famoso per le sue imprecazioni che ci fanno pensare ai vecchi film di John Wayne: Peste e corna! Sangue del diavolo! Satanasso! Allo stesso tempo non si può negare l’apertura a un certo plurilinguismo: Tex spicca anche per gli iberismi come “Bueno, vamonos!” che riflettono le origini coloniali del Far West.
Comuni sono anche i composti inventati come “megadeposito di fantastiliardi” o “mangiapanini”; la presenza del dativo etico: “Ora mi mangio i tuoi visceri!”; l’uso esagerato di alcuni prefissi: superesercizi, supertizi, supermicroscopico, microtelecamera.

Naturalmente sono frequenti anche gli anglicismi lessicali che troviamo ovunque: milady, rangers, bye bye baby, videogames, killer…. Ma forse l'elemento che spicca di più è l'uso di parole onomatopeiche inglesi: Slam! Vroom! Screech! Sob! Kapow! Ogni tanto però troviamo un cugino italiano: Sbam! Ideofoni e interiezioni sono anche facilmente esagerati, dando ai fumetti un tono più giocoso: ohhhhhhhhh! Tesoooooro!!

L’espressività del fumetto – visibile non soltanto nella componente scritta ma anche in quella visiva - è qualcosa che gli insegnanti possono sfruttare in diversi modi: il fumetto rappresenta un utile strumento pedagogico per insegnare non soltanto la lingua ma anche la cultura italiana. CIAK!