Una partita a bocce al Club Marconi, una serata a giocare a bowling in gruppo. Due scene che aprono e chiudono I Paesani: Scenes of Italo-Australian Life, il documentario realizzato da Alessia Poles, studentessa della Sydney University, come progetto finale del suo corso in Media and Communications.

Il cortometraggio, della durata di sei minuti, mette a confronto due generazioni di italiani in Australia: da una parte i migranti arrivati nel dopoguerra, dall’altra i giovani venuti con un visto temporaneo, per lavorare o fare esperienza. Niente voce narrante, nessun intento esplicativo: a parlare sono i protagonisti, con le loro osservazioni dirette, spesso molto diverse tra loro.

“Non volevo semplificare – racconta Alessia –. Sapevo che ogni intervista avrebbe portato con sé un punto di vista unico. Ho scelto di lasciare che fossero le immagini e le parole delle persone a costruire il racconto”.

Il progetto nasce come lavoro universitario, ma si è presto trasformato in un’occasione per indagare il modo in cui le identità italiane si trasformano nel contesto australiano. 

Poles, di terza generazione, ha scelto di restare un passo indietro: osservare, ascoltare, documentare.

Avevamo parlato con lei quando il documentario era ancora in lavorazione. All’epoca ci aveva raccontato il desiderio di esplorare uno spazio a lei familiare ma mai veramente attraversato: quello delle storie migratorie più recenti, spesso trascurate rispetto ai racconti della generazione dei nonni. 

L’idea era già chiara: mettere a confronto presente e passato, cogliendone affinità e differenze senza forzature.

Il documentario è stato proiettato in classe, ricevendo buoni riscontri, soprattutto da parte di altri studenti con background migratorio. È piaciuto anche ai protagonisti stessi, in particolare agli anziani del club di bocce che si sono riconosciuti nel racconto.

Il confronto tra generazioni emerge in modo netto. Alcuni migranti storici sottolineano il valore del sacrificio e del lavoro fisico, mentre i giovani parlano di precarietà, ricerca di opportunità, desiderio di mobilità. “Non è questione di chi ha fatto più fatica – dice Alessia –. Sono tempi e condizioni storiche diverse”.

Una frase in particolare – “In Australia ci sono troppe regole” – offre una lettura interessante di come venga percepita la società australiana da chi arriva dall’Italia oggi: un ambiente organizzato, ma anche rigido, distante dalla spontaneità e dalla flessibilità che molti associano alla vita italiana.

Il documentario, che ha coinvolto sia persone del Club Marconi che giovani del GIA Network, non pretende di rappresentare l’intera comunità, né di offrire una visione definitiva. 

Ma riesce a far emergere un punto poco esplorato nei media tradizionali: la presenza di una nuova generazione di italiani, spesso invisibile, che si muove tra due culture con riferimenti diversi da quelli delle generazioni precedenti. “Mi interessava dare spazio a queste voci – conclude Alessia – ma ci sono ancora molte storie da raccontare”.