“Abbiamo voluto puntare su un concetto semplice ma potente, in grado di interpretare in maniera letterale, la nozione di Lectura Dantis e il tema della Settimana della lingua italiana nel mondo di quest’anno, L’italiano e i giovani. Come scusa? Non ti followo!”, commenta Paolo Baracchi, vicepresidente della Società Dante Alighieri di Melbourne, per spiegare l’idea della lettura I giovani leggono Dante, organizzata dalla Società Dante Alighieri, in collaborazione con Dante giovani, che si è svolta la scorsa domenica 23 ottobre a Carlton, presso la sede del Co.As.It.

“L’obiettivo era di dimostrare che i giovani d’oggi in Australia sono in grado di affrontare la lettura della Divina Commedia e che sono capaci di farlo in maniera diretta e coraggiosa”, continua Baracchi.

Dopo i saluti istituzionali, Juliet Floramo, coordinatrice del gruppo Dante Giovani, ha presentato i quattro lettori protagonisti dell’evento, che dal palco hanno interpretato un Canto della Divina Commedia a loro scelta, davanti a una platea incantata dalla poetica immortale di Dante. 

Paola Bombardieri ha letto il Canto I dell’Inferno, mentre Anthony Vescio il Canto XIII. Lily Chalmers ha optato per il Canto XXXIII del Purgatorio e infine Sabina Feliciani ha recitato il Canto XXXIII del Paradiso.

Lily Chalmers racconta di aver scoperto Dante all’università, quando è entrata in contatto non solo con la grammatica, ma anche con la letteratura italiana. Durante un corso universitario ha studiato l’Inferno e da quel momento si è appassionata alla Divina Commedia. 

“Mi piace leggere Dante perché è come un rompicapo. Quando lo si legge per la prima volta è molto difficile capirne il senso, essendoci tanti livelli di lettura. È questo tipo di complessità che apprezzo”, commenta.

La giovane lettrice ha scelto il Canto XXXIII del Purgatorio: “Di questo Canto mi ha sempre colpito in particolare l’ultima frase […] ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinnovellate di novella fronda, puro e disposto a salire alle stelle, che parla della speranza in un futuro migliore. La frase è iscritta anche vicino alla tomba di Dante”, aggiunge Chalmers, che riesce ad esprimersi in italiano con grande naturalezza, nonostante non provenga da una famiglia originaria del Belpaese. 

“Ho preso lezioni di italiano insieme a mia mamma fin da quando ero piccola, poi ho continuato a studiarlo alle scuole superiori e durante l’università”, spiega.

Anthony Vescio, italiano di seconda generazione, ha imparato la lingua dai suoi genitori che, sebbene siano nati e cresciuti in Australia, hanno sempre mantenuto vivo l’uso dell’italiano in famiglia. Vescio, che si è laureato in italiano e storia e proseguirà con un dottorato, per il momento sta concludendo la sua tesi di ricerca sulla rappresentazione cinematografica di Aldo Moro, dando voce alla sua passione per la politica.

Nella famiglia di Vescio, quello con la politica è un legame che nasce da lontano: la nonna materna, di origine sarda, ha conosciuto da giovane politici quali Segni, Berlinguer e Cossiga, suoi conterranei, e ha lavorato come bambinaia per Natalia Ginzburg ai tempi della stesura del suo romanzo più conosciuto, Lessico familiare, venendo a contatto con nomi molto importanti della storia letteraria italiana, come Dacia Maraini e Alberto Moravia. 

“Forse è da quei racconti, sentiti in casa, che nascono i miei interessi per la letteratura e la politica”, commenta Vescio, capace di condividere la sua storia familiare con grande sensibilità e rispetto.

Anthony Vescio ha deciso di unirsi al gruppo Dante Giovani quando aveva soli quindici anni “per mantenere il contatto con le mie radici, come italiano ma anche come italo-australiano”, sottolinea. Ha partecipato per due anni consecutivi alla competizione poetica, aggiudicandosi il secondo posto la prima volta e salendo l’anno successivo, sul gradino più alto del podio.

Ma cosa spinge oggi un ragazzo di 22 anni a leggere Dante? Può un giovane sentirsi rappresentato da versi scritti oltre sette secoli fa? 

“Dante è una figura contemporanea - risponde Vescio -, è la lingua italiana. In più non è stato solo il Sommo Poeta, ma un politico, un teologo, un filosofo, un sociologo”.

Vescio ricorda quando ha ascoltato per la prima volta i versi del Canto che ha scelto di recitare domenica scorsa per la lectura: “Eravamo in classe e guardando fuori dalla finestra, vedevo gli alberi mossi dal vento, come descritti nei versi. Nutro una grande pietà per la figura di Pier della Vigna, ha una storia molto triste”.

Quando non legge Dante, Anthony Vescio si dedica ad autori più recenti, quelli del XX secolo, soprattutto Montale, Quasimodo, Ginzburg e biografie, in particolare dei politici, come Churchill o Thatcher. 

“I libri per me sono sempre stati una porta, piuttosto che uno specchio. Io leggendo un libro voglio vedere il mondo, non me stesso”, conclude il giovane e talentuoso lettore.