DAMASCO - Ahmed al-Shara, leader della coalizione di ribelli che ha rovesciato il presidente siriano Bashar al-Assad, fuggito a Mosca, e conosciuto con il nome di battaglia Abu Mohamed al-Jolani, ha invitato la comunità internazionale a “non preoccuparsi” della gestione della Siria dopo la presa del potere da parte dei ribelli.
“I governi stranieri non dovrebbero preoccuparsi della situazione in Siria”, ha detto al-Jolani, secondo quanto riporta la televisione siriana, ora controllata dall’opposizione guidata dall’alleanza islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts).
Il leader di Hts ha dichiarato che non ci sarà “nessuna amnistia per i torturatori”, il giorno dopo aver incaricato il politico Mohamed al-Bashir - ex capo del “governo di salvezza”, il ramo politico e civile di Hts - della fase di transizione del nuovo governo in Siria.
Lo stesso al-Bashir ha poi assicurato che il trasferimento dei poteri si sta svolgendo in modo fluido e ordinato, pur indicando che sarà a capo di un governo di transizione che amministrerà il Paese per i prossimi tre mesi fino alla stesura di una nuova Costituzione.
“La gente è esausta a causa della guerra, quindi il Paese non è pronto a entrare in una nuova guerra. La paura era per la presenza del regime di Assad, attualmente è caduto e il Paese si sta dirigendo verso lo sviluppo, la ricostruzione e la stabilità”, ha aggiunto Jolani, avvertendo che “non ci sarà amnistia per i torturatori dei detenuti”.
L’alleanza guidata dagli islamisti che ha preso il potere in Siria “garantirà” i diritti di tutti i gruppi religiosi. Lo dice il capo del governo di transizione siriano, Mohammad al-Bashir, invitando i milioni di profughi fuggiti dalla guerra a tornare nel Paese. “Proprio perché siamo islamici, garantiremo i diritti di tutte le persone e di tutte le sette in Siria”, ha affermato al-Bashir.
La tomba dell’ex presidente siriano Hafez al-Assad, situata nel suo villaggio natale sulla costa, è stata data alle fiamme. Situata in un mausoleo nella regione alawita di Latakia, la tomba di Hafez al-Assad, che governò la Siria per tre decenni fino alla sua morte nel 2000, è stata data alle fiamme dai combattenti ribelli, secondo l’Osservatorio Syrian Human Rights Organization.
Secondo quanto comunicato dal vice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Mosca è in contatto con le forze che controllano la Siria per garantire la sicurezza delle basi russe e delle missioni diplomatiche. “Le questioni relative alla sicurezza delle strutture e dei cittadini russi in Siria sono di fondamentale importanza – ha aggiunto –. La nostra base si trova in Siria, la nostra missione diplomatica si trova lì. Naturalmente, la questione relativa alla sicurezza di queste nostre strutture è estremamente importante e di fondamentale importanza”.
La Russia sta offrendo rifugio a Bashar al-Assad, dove è stato trasportato ll’ex presidente siriano “nel modo più sicuro possibile”, dopo il rapido crollo del suo regime. La prima conferma di Mosca all’asilo concesso al presidente siriano è stata data alla Nbc dal viceministro degli Esteri russo. “È al sicuro, e dimostra che la Russia agisce come richiesto in una situazione così straordinaria”, ha detto.
“Non ho idea di cosa gli stia succedendo in questo momento”, ha proseguito Ryabkov, aggiungendo che “sarebbe sbagliato da parte mia elaborare cosa è successo e come è stato risolto”.
Alla domanda se la Russia avrebbe consegnato Assad per un eventuale processo, Ryabkov ha ricordato che “la Russia non è parte della convenzione che ha istituito la Corte penale internazionale”.
Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, ha accusato gli Stati Uniti e Israele della caduta del deposto presidente. “Non c’è dubbio che ciò che è accaduto in Siria è il prodotto di un piano congiunto americano-sionista”, ha affermato la massima autorità politica e religiosa dell’Iran nel suo primo discorso, dopo la fuga di Assad dal Paese arabo.
A proposito della “temporanea” occupazione israeliana della zona cuscinetto, il ministero degli Esteri francese ha avvertito che “qualsiasi dispiegamento militare nella zona di separazione tra Israele e Siria è una violazione dell’accordo di disimpegno del 1974”. La Francia invita Israele “a ritirarsi dalla zona e a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”, ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri di Parigi.
Le forze curde annunciano una tregua, sotto l’egida Usa, con i combattenti filoturchi a Manbij, in Siria. Il capo della forza guidata dai curdi, che controlla le fasce del nord-est della Siria, ha annunciato un cessate il fuoco, mediato dagli Stati Uniti, nell’area a maggioranza araba di Manbij, dove gli scontri con i miliziani sostenuti dalla Turchia hanno ucciso 218 combattenti.
“Abbiamo raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Manbij tramite la mediazione degli Stati Uniti”, ha affermato il comandante delle Forze democratiche siriane (Sdf) Mazloum Abdi, aggiungendo che i combattenti del Consiglio militare di Manbij affiliato alle Sdf “saranno ritirati dall’area il prima possibile”.