ROMA - Le parole “speranza” e “pace” sono quelle più ricorrenti nei messaggi delle cariche dello Stato e del mondo politico indirizzati a Leone XIV, il 267° Papa, che ha già celebrato la prima messa da capo della Chiesa nella Cappella Sistina alla presenza di tutti i cardinali, elettori e non elettori 

Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, fino alla premier Giorgia Meloni, tutti si dicono felici della nomina, e colpiti anche dalle parole di Leone nel suo discorso dalla loggia di San Pietro. 

Il presidente Mattarella si è subito congratulato con il nuovo pontefice, sottolineando che in questo momento storico, “in cui tanta parte del mondo è sconvolta da conflitti inumani”, ribadisce “l’impegno della Repubblica Italiana a perseguire sempre più solidi rapporti con la Santa Sede per promuovere una visione di convivenza tra i popoli fondata sulla pace, sulla garanzia dei diritti inviolabili e della dignità e la libertà per tutte le persone”.  

Anche Giorgia Meloni, in una lettera inviata al Pontefice, ha sottolineato che l’Italia ha un “legame indissolubile col Vicario di Cristo”, senza il quale “non si potrebbero comprendere l’identità, la storia e la cultura della nostra Nazione”.  

Evocando un concetto caro a papa Ratzinger, la premier ha aggiuntoche “la nostra casa si fonda sulla sintesi straordinaria tra fede e ragione”, per poi rimarcare le parole odierne di Leone sulla pace.  

“Pace di cui il mondo ha disperato bisogno e che Lei, dalla Loggia della Benedizioni, ha invocato più volte, richiamando l’incessante e instancabile azione portata avanti dal compianto Papa Francesco”, conclude Meloni, assicurando “affetto filiale” al nuovo Pontefice. 

Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, si congratula con Leone, sostenendo che la sua gioia è “resa ancor più profonda dalla scelta di un Pontefice missionario che ha coltivato il dialogo tra i popoli”, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha rivolto al nuovo Pontefice “le più vive felicitazioni dell’Assemblea del Senato”, dicendosi certo che “potrà guidare ed ispirare non solo le comunità cristiane ovunque nel mondo, ma tutti i popoli e le Nazioni secondo principi di pace, speranza e solidarietà”. 

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nonché leader di Fi, ha anche lui ripreso le parole di pace del primo discorso, mentre Matteo Salvini si è detto “ermozionato e commosso” dalle parole riguardo alla “pace disarmata e disarmante”. 

Lo stesso passaggio è stato ripreso anche dall’opposizione, a partire dal leader del M5s Giuseppe Conte, che ha evocato le stesse parole, definendole “chiare, coraggiose. Irrompono con grande forza nei nostri cuori, nelle nostre menti, nel linguaggio del nostro tempo dominato sempre più da tristi parole: armi, guerra, morte”.  

Anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, manda i suoi saluti al nuovo pontefice, sottolineando anch’essa che Leone “ha scelto come prime parole quelle della speranza di pace per i popoli di tutto il mondo, il ringraziamento a Papa Francesco e insieme l’invito accorato a costruire ponti attraverso il dialogo e l’incontro”. 

Per il leader di Avs, Angelo Bonelli, quell’invito al disarmo sono un “segno importante di continuità con la strada tracciata da Papa Francesco, in un mondo in cui si costruiscono muri e fili spinati”, e Riccardo Magi, segretario di +Europa, si augura “che Leone possa raccogliere l’eredità di Francesco sull’attenzione per chi è considerato ultimo” e che “dia un contributo prezioso per la pace giusta in Ucraina e in Medio Oriente”.