ROMA - Devono essere riportati in Italia i sette migranti portati venerdì scorso nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania. Il tribunale di Roma ha sospeso la convalida dei provvedimenti presi dalle autorità di polizia, mentre per un ottavo richiedente asilo, che era risultato vulnerabile dopo l’arrivo nel centro di Gjader, era già stato disposto il rientro. 

La procedura è stata fermata perché, come si spiega in una ordinanza di quasi 50 pagine, bisogna attendere “la decisione della Corte di giustizia europea sui quesiti pregiudiziali proposti in merito anche riguardo all’ultimo decreto in merito ai cosiddetti paesi sicuri”. 

Nelle scorse settimane, i giudici della sezione specializzata in materia di immigrazione del tribunale capitolino non avevano convalidato i trattenimenti, emessi dalla questura di Roma, neanche per i primi migranti che erano stati portati all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio in Albania, con un’ordinanza impugnata dal Viminale con un ricorso in Cassazione.  

“I criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro sono stabiliti dal diritto dell'Unione europea”, spiega una nota del tribunale, per il quale “il giudice ha il dovere di verificare sempre e in concreto la corretta applicazione del diritto dell'Unione, che, notoriamente, prevale sulla legge nazionale ove con esso incompatibile, come previsto anche dalla Costituzione italiana”.