In una domenica soleggiata di novembre, la comunità del SS. Crocifisso si è radunata all’Holy Cross College di Ryde per una celebrazione che ha intrecciato fede, memoria e identità culturale.

Quest’anno, la Messa del Miracolo ha assunto un significato particolare: si festeggiava il trentesimo anniversario di una tradizione nata a Polistena, in Calabria, e portata dall’altra parte del mondo dagli italo-australiani di Sydney.

Questa celebrazione è diventata un appuntamento annuale irrinunciabile, un momento per rivivere le proprie radici e trasmettere ai giovani il patrimonio di valori che i loro genitori e nonni hanno custodito e protetto.
Da trent’anni, generazioni di italo-australiani si riuniscono per questa festa che è molto più di un rito religioso.

È un filo invisibile che lega la comunità alle proprie origini, un atto di fedeltà e orgoglio che attraversa gli oceani. “Con il vostro supporto possiamo continuare a mantenere vive queste tradizioni”, ha affermato il comitato organizzatore durante la cerimonia, ringraziando i presenti per la loro fedeltà e la loro presenza.

Il valore della festa risiede proprio in questo: nel senso di continuità, nella possibilità di rinnovare ogni anno un legame che, altrimenti, rischierebbe di perdersi.

La festa del SS. Crocifisso, però, è anche un esempio di solidarietà tangibile.

Nel corso degli anni, l’associazione ha donato a diverse organizzazioni benefiche e la somma complessiva di 30.000 dollari è stata devoluta con grande generosità, distribuita a diverse organizzazioni e associazioni, dimostrando che l’impegno dell’associazione verso la comunità non è mai svanito.

Questi fondi sono stati destinati a cause che spaziano dall’assistenza medica alle iniziative educative, portando avanti i valori di generosità e supporto verso i più bisognosi. Un gesto di altruismo che sottolinea come questa festa non sia solo un evento religioso, ma anche un’opportunità per fare la differenza.

La festa del SS. Crocifisso è il risultato dell’impegno instancabile di tanti volontari, persone che, anno dopo anno, hanno donato il loro tempo e le loro risorse. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a figure come padre Daniele Sollazzo, la cui presenza spirituale ha arricchito l’evento, e a figure come fratel Peter Ryan, Tony Delmastro, Giuseppe Musumeci, Salvatore Galluzzo, Cathy e Jennifer Macri, che hanno contribuito in vari modi al successo della giornata.

La comunità non ha dimenticato neppure il comitato fondatore, formato da coloro che trent’anni fa decisero di dar vita a questa celebrazione, trasformandola in una tradizione che oggi è amata e rispettata.

Nel suo discorso, il presidente Vincenzo Macrì ha voluto esprimere un profondo ringraziamento a tutti i volontari e membri del comitato che hanno reso possibile l’organizzazione della festa. “Senza di voi, niente di tutto questo sarebbe stato possibile - ha sottolineato con emozione - siete il fulcro di questa celebrazione e, grazie al vostro lavoro e alla vostra dedizione, possiamo continuare a onorare le nostre radici e la nostra cultura. Non è solo una festa, ma un dono che facciamo a noi stessi e alle generazioni future. Grazie di cuore per il vostro impegno e per il sacrificio che dimostrate ogni anno”.

In occasione della celebrazione di quest’anno, e dopo la messa, è stato eletto anche il nuovo comitato, che guiderà l’associazione verso il futuro. Vincenzo Macrì è stato riconfermato come presidente, con Sonia Vumbaca nel ruolo di tesoriera, Salvatore Macrì come segretario e Antonio Maggio come vicepresidente.

Questo gruppo di persone dedite e appassionate avrà il compito di portare avanti questa tradizione e di coinvolgere nuovi membri della comunità.
Durante l’assemblea generale, il comitato ha lanciato un invito aperto: “Non è solo una festa, è un pezzo della nostra storia, della nostra identità”, hanno detto, incoraggiando i presenti a diventare membri attivi della comunità, a partecipare alla gestione e all’organizzazione delle future celebrazioni.

Il messaggio è chiaro: questa festa è una responsabilità collettiva, un bene comune da proteggere e coltivare. È un’opportunità per chiunque voglia contribuire a lasciare un segno, a fare la differenza.

La giornata si è conclusa con un momento di convivialità, un’occasione per condividere risate, abbracci e profumi di casa, grazie ai piatti tipici preparati dai volontari. Tra un boccone e l’altro, si sono intrecciati racconti e promesse per il futuro. Nell’occasione il comitato ha augurato a tutti un buon Natale, con la speranza di ritrovarsi il prossimo anno ancora più numerosi e motivati. Una festa riuscitissima quella di domenica scorsa, che ci auguriamo possa continuare negli anni a venire.