MILANO - È Aurora Livoli, 19 anni, la giovane donna trovata morta lunedì mattina nel cortile di un condominio di via Paruta, nella periferia nord di Milano. 

L’identificazione è arrivata grazie al lavoro dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, guidati dal colonnello Antonio Coppola, che hanno diffuso alcuni fotogrammi estratti dalle telecamere di videosorveglianza della zona.  

In quelle immagini Aurora viene ripresa nella vicina via Padova, mentre cammina nella notte con passo apparentemente tranquillo. Poco dietro di lei compare un uomo, alto e magro, con un pile bianco: la stessa persona viene filmata circa un’ora dopo mentre percorre la strada in senso opposto, questa volta da sola. Cosa sia accaduto in quel lasso di tempo resta uno dei nodi centrali dell’inchiesta. 

Aurora, nata a Roma e residente in provincia di Latina, si era allontanata da casa il 4 novembre, come denunciato dai familiari. L’ultimo contatto telefonico risale alla mattina del 26 novembre, quando la ragazza aveva rassicurato i parenti dicendo di stare bene e di non voler rientrare, senza però indicare dove si trovasse. Da quel momento la sua destinazione era rimasta ignota. 

Le immagini delle telecamere mostrano Aurora con i capelli scuri sciolti, lo sguardo basso, le mani nelle tasche di un giubbotto scuro, abbinato a felpa, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica.  

Nulla fa pensare a un inseguimento: la sensazione, per gli investigatori, è che lei e l’uomo si conoscessero e stessero andando verso la stessa meta. I due entrano infatti dal portone del civico 74 di via Paruta, apparentemente sempre aperto. È proprio lì, in un vialetto vicino a un’aiuola, che il corpo della ragazza viene trovato il mattino seguente, disteso a pancia in giù, dal custode. 

Aurora non aveva con sé documenti, telefono cellulare, né segni particolari utili all’identificazione, come tatuaggi o cicatrici. Non erano emersi riscontri nemmeno dalle banche dati Afis sulle impronte digitali, né dai controlli nei centri di accoglienza e nelle comunità per persone in difficoltà dell’area milanese. Anche i residenti della zona hanno riferito di non averla mai vista prima. 

Per questo la Procura di Milano, che coordina le indagini con il pm Antonio Pansa, ha autorizzato la diffusione delle immagini: uno di quei fotogrammi è stato decisivo per risalire all’identità della ragazza. 

Ora l’attenzione si concentra sull’autopsia, che verrà eseguita nelle prossime ore. L’esame dovrà chiarire le cause della morte, stabilire se i lividi presenti sul collo siano collegati al decesso o precedenti e verificare l’eventuale presenza di segni di abuso.  

Parallelamente, gli inquirenti continuano a lavorare per identificare l’uomo ripreso insieme ad Aurora, considerato una persona chiave per ricostruire le ultime ore di vita della giovane.