TEL AVIV - L’esercito israeliano ha annunciato che nel raid della notte scorsa nell’area di Tiro in Libano è stato ucciso “Hussain Ibrahim Mekky comandante di campo degli Hezbollah nel Fronte sud”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Mekky “era responsabile della pianificazione ed esecuzione di numerosi attacchi terroristici contro civili israeliani sin dall’inizio della guerra”. Mekky - ha aggiunto il portavoce - “in precedenza era stato comandante delle forze Hezbollah della regione costiera”.
Sono stati circa 60 i razzi lanciati dal Libano questa mattina verso il nord di Israele, in particolare il monte Meron dove c’e’ una base di controllo del traffico aereo. Lo ha fatto sapere l’esercito secondo cui numerosi razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa dell’Iron Dome mentre altri hanno causato “danni minori”. Secondo i media israeliani, gli Hezbollah hanno rivendicato il lancio dopo la morte di un loro alto comandante ucciso in un raid mirato israeliano.
Il governo israeliano ha respinto all’unanimità, su proposta del premier Benyamin Netanyahu, la recente Risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu che consente alla Palestina di diventare membro delle Nazioni Unite. Lo ha fatto sapere l’ufficio del premier, “Non daremo una ricompensa per il terribile massacro del 7 ottobre. Non permetteremo loro - ha detto Netanyahu - di creare uno stato terrorista dal quale possano attaccarci ancora più forte”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è destinato a morire in carcere come Ratko Mladic, condannato all’ergastolo per il genocidio di Srebrenica. “Prima o poi il macellaio di Gaza, (Benjamin) Netanyahu e coloro che prendono parte al genocidio di Gaza attenderanno la stessa fine”, ha detto Erdogan, durante un discorso al suo gruppo parlamentare Akp trasmesso dalla tv di Stato Trt, dopo avere citato i responsabili del genocidio di Srebrenica che “attendono di morire in prigione”.
“Non pensate che Israele si fermerà a Gaza, se questo Stato terrorista non viene fermato, prima o poi metterà gli occhi sull’Anatolia con l’illusione che sia una terra promessa” ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu. “Continueremo a stare dalla parte di Hamas che lotta per l’indipendenza del suo territorio e difende l’Anatolia”, ha aggiunto Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito, dopo avere ribadito che non considera il gruppo palestinese un’organizzazione terroristica.
L’Ue ha chiesto a Israele di porre fine “immediatamente” alle operazioni militari in corso a Rafah perché queste stanno ulteriormente peggiorando una situazione umanitaria già molto difficile e porteranno “inevitabilmente” nuove tensioni nei rapporti tra l’Unione e Israele. È quanto scrive in una nota l’Alto rappresentante Ue per l’azione esterna Josep Borrell.