“Una maglia indossata in Serie A negli anni Ottanta può valere anche mille euro, qualcuno rimane stupito, ma in fondo si tratta di un oggetto raro, una volta di casacche non ne producevano così tante”.
Settimio (nome di fantasia, n.d.r.) ha meno di trent’anni, vive nel torinese e oltre a essere un grande appassionato di calcio è un vero e proprio cultore delle maglie da gioco.
“Tutto è cominciato più di dieci anni fa - racconta - mi trovavo a Parigi in vacanza e sono andato a visitare Les Puces de Paris Saint-Ouen, uno dei mercatini delle pulci più famosi al mondo. Rovistando tra le bancarelle, ho trovato una vecchia maglia del Paris Saint Germain, sponsor tecnico Adidas, commerciale Canal+. Si trattava di una maglia elasticizzata, tipica degli anni Ottanta, realizzata in un tessuto acrilico che nello slang dei collezionisti è definito ‘lanetta’. Dopo una veloce trattativa, ho acquistato la maglia per circa 20 euro, un vero affare considerando che il suo valore è di circa 200 euro. E se avesse avuto il numero sulle spalle, sarebbe valsa più del doppio”.
Nell’ultimo decennio il mercato delle maglie da calcio retrò è cresciuto in modo esponenziale, diventando per alcuni un vero e proprio business. Le maglie prodotte negli anni Ottanta e all’inizio dei Novanta sono diventate oggetti di culto, in alcuni casi estremamente rare da trovare. Il prezzo è cresciuto a dismisura ed esistono collezionisti pronti a sborsare anche migliaia di euro pur di accaparrarsi la casacca dei loro sogni.
“Uno dei pezzi più pregiati e difficilmente reperibili se non a prezzi stellari - spiega Settimio - è la maglia utilizzata dalla Juventus negli anni Ottanta, quella di Michel Platini tanto per intenderci, cucita da un telaio particolare che aveva in uso soltanto la Robe di Kappa. Su siti di e-commerce qualcosa si trova, ma servono migliaia di euro, soprattutto se la maglia è stata indossata”.
Capire se una divisa da gioco è davvero stata utilizzata in gara non è semplice. Soltanto i più esperti riescono a verificarne l’autenticità, grazie a un’attenta analisi dei particolari: la grandezza dei numeri, i ricami, le etichette, la posizione dello sponsor.
“In inglese - osserva Settimio - il termine utilizzato per indicare una maglia indossata in partita e ‘match worn’. Molti venditori spacciano le loro maglie come tali, ma alla fine sono soltanto esemplari acquistati in negozio. I più seri, invece, allegano una certificazione che ne attesta l’autenticità. Lo stesso vale con le firme dei calciatori, alcune sono vere e altre no, in quel caso una fotografia scattata al momento dell’autografo può fugare ogni dubbio e convincere il collezionista a sborsare quanto richiesto”.
Cavalcando la tendenza, i più intraprendenti hanno creato dei negozi online, raccogliendo in giro per il mondo le maglie storiche e poi rivendendole a prezzi maggiorati. Di siti simili ne sono nati a decine, con veri e propri “segugi” che battono il web alla ricerca di esemplari validi. Ma non solo: oltre a essere vendute, le maglie possono anche essere concesse in affitto: ai negozi per arricchire la vetrina o per eventi temporanei.
“Occorre sempre fare molta attenzione a cosa si compra - avverte Settimio - soprattutto negli ultimi tre anni molti siti stranieri vendono delle repliche di maglie vintage, a volte davvero simili alle originali. Costano 10-20 euro e nella maggior parte dei casi le differenze rispetto a quelle autentiche sono evidenti. C’è poi chi realizza copie quasi identiche, vendute a 100-150 euro. Qui diventa più complicato verificarne l’autenticità e solo l’occhio più esperto ci riesce. Penso, ad esempio, alle maglie del Napoli di Diego Armando Maradona, all’epoca prodotte da Ennerre. Alcune aziende vendono delle copie davvero ben fatte, con un tessuto simile e il numero sul retro cucito a zigzag, proprio come nell’originale che io posseggo, ma con il 19 sulle spalle. Numerose sono anche le copie delle maglie utilizzate dal Milan di Arrigo Sacchi, ma qui scovare il falso è un po’ più semplice, basta osservare il logo tipico della Kappa, i due ragazzi schiena contro schiena, di frequente non fedele all’originale. Al momento l’unica davvero inimitabile è, come detto, quella anni Ottanta della Juventus, a meno che qualcuno non riesca a costruire un telaio simile”.