ADELAIDE – Elio Stefan Arruzza ha 24 anni ed è nato e cresciuto ad Adelaide da genitori italiani.

I suoi nonni sono giunti in Australia tra il 1950 e il 1960. Mentre i nonni materni provengono da Anzano di Puglia, un piccolo paese in provincia di Foggia, la famiglia paterna ha origini calabresi, precisamente ad Arena, nell’area di Vibo Valentia.

Oggi Elio vive ad Adelaide insieme alla famiglia: ha una sorella, Katerina, di professione farmacista, e un fratello, Joseph, radiografo, come lui. 

Nonostante la giovane età, è docente e ricercatore in Scienze delle radiazioni mediche, oltre che coordinatore degli studenti. 

Nel 2016  ottiene il diploma presso il St Michael’s College, una scuola con una significativa presenza di italo-australiani e, poco dopo, la laurea in Scienze delle radiazioni mediche. 

Nel corso del suo percorso di studi, vince una prestigiosa borsa di studio erogata dall’Università del South Australia per gli ottimi risultati ottenuti e un rinomato premio di eccellenza dell’Australian Society of Medical Imaging and Radiation Therapy.

E così incomincia a lavorare in cliniche e ospedali di Adelaide e, nel frattempo, continua gli studi in un master sull’accuratezza degli ultrasuoni e della TAC per i pazienti con appendicite acuta. 

In questi anni, alquanto impegnativi, Elio riceve la proposta di insegnare all’università e attualmente e insegna gli studenti di radiazioni mediche del secondo, terzo e quarto anno. 

Oggi ha intrapreso infine la strada del dottorato di ricerca.

La sua ricerca riguarda principalmente il legame tra l’utilizzo di metanfetamine e lo sviluppo del morbo di Parkinson in età avanzata.

Elio ha già pubblicato su numerose riviste, come lo European Journal of Radiology e Radiography, che ha sede nel Regno Unito. Ha inoltre presentato le sue scoperte a conferenze nazionali, sia a Cairns sia a Sydney. 

Sulle sue origini italiane Elio dice: “Sono cresciuto frequentando regolarmente la casa dei nonni e i miei ricordi d’infanzia sono indissolubilmente legati all’Anzano Club di Adelaide”. 

“La mia famiglia da sempre segue le tradizioni italiane, come la cena settimanale a casa dei nonni, la preparazione annuale della salsa di pomodoro, delle olive, del vino, delle salsicce”.

 Ancora oggi, Elio frequenta assiduamente la comunità italo-australiana, ma ammette di essere dispiaciuto di non parlare abbastanza bene l’italiano e di non essere mai stato in Italia. Promette però di voler recuperare: un viaggio nel Belpaese è tra i suoi progetti più prossimi e si dice emozionato per questo.

“Sono fortunato, sia di far parte della famiglia in cui sono nato, sia per il percorso di studi intrapreso, che mi ha dato numerose opportunità”, racconta.

Sulle origini italiane conclude invece: “La mia italianità mi ha trasmesso in particolar modo il coraggio, di cogliere le opportunità,  proprio come fecero i miei nonni tanti anni fa nella scelta di emigrare in Australia”. 

Elio inoltre crede profondamente nelle potenzialità della multiculturalità; pertanto, è molto soddisfatto di lavorare per UniSA, nota per la sua apertura agli studenti internazionali: “Credo sia importante promuovere una cultura multiculturale tra le varie università, in modo tale che gli studenti siano in grado di raggiungere i loro veri e più svariati obiettivi nella ricerca”.