Elena Vettorel, 31enne italiana, ha partecipato alla sperimentazione appena conclusa del vaccino anti-Covid messo appunto dall’Università del Queensland: “È un dovere civico servire l’umanità e la scienza. Solo così si può salvare il mondo”.

Il vaccino che è stato messo appunto in Australia per combattere il COVID-19, è stato uno dei primi a passare i test in laboratorio ed avviare la fase sperimentale sull’uomo che, purtroppo, non ha avuto i risultati sperati. Non perché non fosse efficace contro il virus, ma perché ha in alcuni casi poteva far risultare i vaccinati Covid positivi all’Hiv. Non che il farmaco provocasse l’Aids, ma la rara possibilità di poter risultare falsi positivi al test della temuta malattia, ha convinto il governo australiano e gli scienziati a non produrre il farmaco evitando, così, che possibili infondate paure avessero l’effetto indesiderato di spingere alla non vaccinazione. 

La fase sperimentale di questo vaccino australiano che non entrerà, quindi, mai in commercio, si è conclusa nei giorni scorsi. Nel gruppo di persone che lo hanno testato c’è anche Elena che, armata di coraggio e speranza, ha risposto all’appello degli scienziati in cerca di volontari.

“Sono da sempre una persona molto sensibile ai temi della ricerca scientifica, ho sempre creduto del dovere di aiutare il prossimo e il progresso anche se solo con piccoli gesti – racconta Elena –, per questo motivo sono donatrice di sangue, di midollo osseo e donatrice di organi”.

Uno spirito altruista che la 31enne non ha tenuto a freno anche quando “Ho visto su internet che QFarm, l’organizzazione che gestisce la sperimentazione umana di nuove terapie e farmici, stava cercando adulti sani che potessero contribuire alla messa appunto del vaccino. Era luglio 2020 e sentivo che nel mio piccolo potevo così aiutare la lotta a questa terribile pandemia”.

Elena spiega che non ha avuto alcun timore: “Q Farm nell’incontro preliminare ha spiegato ai partecipanti tutto il protocollo ha risposto alle nostre domande. Avremmo potuto interrompere in ogni momento e avremmo avuto a disposizione assistenza in ogni momento grazie ad una linea diretta. Dopo gli esami preliminari ci è stata iniettata la prima dose e nei successivi mesi fino alla scorsa settimana, siamo tornati ben 17 volte in clinica per monitorare effetti e progressi”.

“Ho tenuto, come ci hanno chiesto, un diario con possibili sintomi, ma non ho avuto alcun tipo di reazione e ricevuto un buon rimborso spese – racconta Elena che in questo percorso è stata sostenuta anche dal fidanzato –. All’inizio ero scettico e anche un po’ preoccupato - spiega Michele - ma ho visto Elena e la sua famiglia così sereni che non mi sono sentito di insinuare dubbi in una persona che si stava dimostrando così coraggiosa e altruista. Mi ha dato una grande lezione di vita”.

La fiducia di Elena nella scienza è tanta per questo non ha mai avuto dubbi sul da farsi: “Questo tipo di trial sono sicuri – spiega –, si arriva alla sperimentazione sul pubblico solo quando si è ormai sicuri che non si possano manifestarsi effetti collaterali gravi, sono fiera di aver partecipato a questo studio e consiglio a tutti di visitare il sito di QFarm, ci sono tanti studi a cui si può partecipare, dall’asma a problemi dermatologi, e dare il proprio contributo”.

L’altruismo e l’amore per il prossimo sono indispensabili per il futuro di tutta l’umanità, in particolare di quella parte più debole che ha gravi problemi si salute. “Vorrei ricordare  – conclude Elena –, che è in Australia c’è molta necessità di donatori di sangue: un australiano su tre avrà bisogno di sangue nel corso della sua vita, ma solo uno su 30 è un donatore, serve l’aiuto di tutti… E poi potete prendere un giorno di vacanza retribuito e avere in omaggio la deliziosa colazione della Croce Rossa”.