MOSCA – La Russia ha dichiarato di aver bisogno di tempo per rispondere all’ultimatum di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha fatto “dichiarazioni molto serie che riguardano personalmente il presidente Putin” e la Russia “ne prende nota”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di un briefing, affermando che Mosca si “prende tempo per analizzare attentamente la retorica” di Trump.
“Avremo delle tariffe molto severe se non abbiamo un accordo tra Ucraina e Russia in 50 giorni, del 100%, chiamiamole tariffe secondarie”, aveva detto il presidente Usa, parlando nello Studio Ovale. Trump in particolare si era detto “molto arrabbiato” con il presidente russo “perché pensavo che avremmo avuto un accordo due mesi fa”. “Sono solo discorsi e poi arrivano i missili a Kiev e uccidono 60 persone, si deve fermare, questo deve finire”.
Peskov non è stato l’unico a reagire a queste dichiarazioni. “Non accettiamo ultimatum”, è stato il commento del viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, all’agenzia di stampa russa Tass sulle dichiarazioni di Donald Trump. “Ovviamente - ha aggiunto - noi osserviamo che ogni tentativo di imporre richieste, in particolare ultimatum, è per noi inaccettabile”. “Dobbiamo concentrarci sul lavoro politico e diplomatico. Il presidente della Federazione russa Putin ha ripetutamente detto che siamo pronti a negoziare e che il percorso diplomatico per noi è preferibile”, ha poi aggiunto.
Poco prima, il vicepresidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, sulla piattaforma X aveva scritto: “Trump ha lanciato un ultimatum teatrale al Cremlino’’, ma “alla Russia non interessano’’ le sue dichiarazioni.
Anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha reagito con scetticismo alle recenti dichiarazioni del presidente americano: “Abbiamo già sentito di tutto: 24 ore, 100 giorni… Ora vogliamo capire cosa muove davvero il presidente degli Stati Uniti”, ha dichiarato in conferenza stampa, citato da Interfax. Il capo della diplomazia russa ha poi accusato l’Unione Europea e la Nato di esercitare “una pressione indecente” su Washington per sostenere militarmente l’Ucraina.
Lavrov ha ribadito che l’operazione militare russa mira a “eliminare alla radice le minacce alla sicurezza nazionale”, minacce che, secondo Mosca, sarebbero alimentate da decenni di espansione della Nato ai confini russi.
Il presidente statunitense, nel frattempo, ha negato di voler consegnare all’Ucraina missili a lungo raggio, che renderebbero possibile colpire obiettivi più in profondità in Russia. “No, non intendiamo farlo”, ha detto Donald Trump ai giornalisti lasciando la Casa Bianca, secondo quanto riporta la Cnn.
Tuttavia, nei colloqui con gli alleati europei, il Presidente non ha escluso di consentire l’ingresso di alcune armi offensive in Ucraina, compresi alcuni prodotti che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha precedentemente richiesto agli Stati Uniti ma non ha ancora ricevuto, secondo quanto riferito alla Cnn da funzionari a conoscenza della vicenda. L’inquilino della Casa Bianca, comunque, ha confermato che le forniture di missili Patriot per l’Ucraina sono state già spedite dalla Germania.
Trump ha poi smentito anche le ricostruzioni di stampa secondo cui avrebbe incoraggiato l’offensiva ucraina contro la Russia.
“No, non dovrebbe colpire Mosca”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovesse attaccare la capitale russa.
Il presidente statunitense ha poi commentato l’ultimatum da lui lanciato per negoziare un accordo di pace, rivelando di non avere ancora parlato con il suo omologo russo Vladimir Putin.
“Alla fine dei 50 giorni, se non avremo un accordo, sarà un vero peccato”, ha affermato il presidente statunitense Donald Trump, sottolineando: “Non sto dalla parte di nessuno. Sto dalla parte dell’umanità. Voglio interrompere le uccisioni di migliaia di persone ogni settimana”.