PECHINO – Il Dalai Lama ha confermato che alla sua morte verrà nominato un successore per garantire la continuità del suo ruolo di guida spirituale della comunità tibetana. È quanto si legge in una dichiarazione rilasciata in occasione del suo 90mo compleanno.
“Affermo che l’istituzione del Dalai Lama sarà perpetuata”, ha affermato nel messaggio letto nel monastero di McLeod Ganj, nell’India settentrionale, dove vive in esilio da quando ha lasciato il Tibet controllato dalla Cina nel 1959.
“Il processo di riconoscimento [di una nuova massima autorità spirituale del Buddismo tibetano] sarà di esclusiva competenza dei membri del Gaden Phodrang Trust, l’Ufficio di Sua Santità il Dalai Lama, [l’unico] ad avere l’autorità di riconoscere la futura reincarnazione”.
Il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, nella dichiarazione odierna, ha ribadito che “nessun altro ha la stessa autorità per interferire in questa questione”, escludendo qualsiasi ruolo di Pechino. Il Dalai Lama ha sempre ritenuto che il suo successore sarebbe nato fuori dalla Cina che, invece, rivendica il diritto di scelta.Il Dalai Lama, accusato dalla Cina di “attività separatiste”, aveva già respinto pubblicamente l’idea di un successore nominato da Pechino. Sarà “nato nel mondo libero”, ha promesso.
A nome dell’ufficio del Dalai Lama, Samdhong Rinpoche, ha precisato che nessuna nuova indicazione è stata data per le procedure di nomina del futuro Dalai Lama. “Non è necessario in questo momento - ha detto ai giornalisti -. Attualmente Sua Santità il Dalai Lama è in ottima forma”.
Da Pechino, la portavoce agli Esteri, Mao Ning, ha subito replicato: “La reincarnazione del Dalai Lama, del Panchen Lama e di altre grandi figure del buddismo deve essere scelta per estrazione con l’urna d’oro e successivamente approvata dal governo centrale”.