CANBERRA - Le tensioni sul futuro della politica climatica dei Liberali si intrecciano con nuove speculazioni sulla leadership di Sussan Ley, ma il principale indiziato di un’eventuale sfida, Andrew Hastie, ha cercato di mettere fine alle voci.
Il deputato del Western Australia, noto critico dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, ha dichiarato che “non c’è nulla dietro” alla cena con un gruppo di conservatori avvenuta a Canberra, che molti avevano interpretato come un segnale di manovre interne. “Eravamo solo amici che si ritrovano”, ha detto ospite di 2GB Radio. Tuttavia, ha riconosciuto la gravità del momento: “Non posso fingere che vada tutto bene: con un voto primario al 24 per cento, i numeri sono pessimi”.
L’esponente conservatore ha aggiunto che la priorità per il partito resta definire una posizione chiara su energia e prezzi: “Dobbiamo stabilire la nostra linea su net zero, è il mio unico obiettivo. Fino a quando non la risolviamo, non importa chi guida il partito”.
La crisi si è acuita dopo settimane di scontri interni e sondaggi in caduta libera. La senatrice Sarah Henderson, pur evitando un attacco diretto, ha ammesso che “Sussan sta perdendo consenso”, anche se ha aggiunto: “Credo nei miracoli”.
Il partito discuterà ufficialmente la questione mercoledì, mentre il giorno successivo il gabinetto ombra dovrebbe formalizzare la posizione definitiva sul clima. Anche con un’intesa interna, i Liberali dovranno comunque negoziare con i Nazionali, che hanno già deciso di abbandonare l’obiettivo del 2050.
La senatrice moderata Jane Hume ha espresso pieno sostegno alla leader, definendola “coerente e ferma nei messaggi”, ma ha sottolineato l’urgenza di una strategia credibile per contrastare l’aumento del 40% delle bollette materializzatosi sotto il governo laburista.
Sul fronte opposto, l’ex leader John Hewson ha lanciato un duro attacco: “Ley non ha mostrato una strategia chiara né capacità di leadership. Il partito manca di competenza economica e si limita a essere negativo, sperando di vincere con le critiche”.
Hewson ha criticato anche Hastie, accusandolo di seguire una linea “estrema” e poco attraente per l’elettorato moderato.
Mentre le divisioni interne si allargano, Sussan Ley prova a resistere. “Sono determinata a restare fino al marzo 2027”, ha ribadito, invitando il partito a guardare avanti. Ma per ora, più che di futuro, i Liberali sembrano parlare solo di sopravvivenza.