Prima che divenisse una sorta di mecca per archeologi e appassionati di storia, Pompei era una ridente cittadina romana che usava decorare con ritratti o statue di pietra e marmo le sue strade e piazze. A posare erano quasi sempre personaggi famosi, eroi, dei o dee o, come nel caso della famosa casa delle Lupanare, personaggi più popolani come quelle che svolgevano il lavoro più antico del mondo.
In epoca moderna, però, le cose sono un po’ cambiate e, anche se Pompei conserva il suo fascino eterno di sito archeologico, i personaggi che la circondando non sono più eroi o dei, ma manager impegnati a far quadrare i conti di un parco archeologico immenso, in bellezza e dimensione. Per loro, però, non ci sono pi statue in marmo in premio, al massimo qualche foto ricordo che resta appesa negli uffici finché non giunge il sostituto. Non c’erto una vera gloria. Ma c’è anche a chi è andata meglio ed è diventato il soggetto di una scultura, diciamo così, un po’ più originale e di sicuro moderna che non usa martello e scalpello, ma i mattoncini colorati delle costruzioni Lego. Si tratta di Gabriel Zuchtriegel, il tanto contestato manager del Parco Archeologico di Pompei nominato lo scorso anno fra mille polemiche, raccolte firme, e dissapori.
A realizzare l’opera è stato un artista dei nostri tempi, Liam D. Jensen, un auto-proclamato Lego classicista, che onora le persone che lavorano con il mondo classico, come quello Romano, Greco, Egiziano e tanti altri, attraverso i suoi personaggi di Lego. “Ho usato un sito chiamato ‘The Brick Link’ per trovare lo stile di capelli giusto – ha detto Jensen –. Per fortuna c’era molto materiale sui social media, così ho potuto analizzare le foto di Zuchtriegel per scegliere le parti giuste”.
La passione di Jensen è iniziata per caso. “Un giorno, stavo cercando di distrarmi guardando dei Lego – ha detto –. Mi sono imbattuto in una testa che sembrava molto simile a uno dei nostri amici di famiglia, un accademico in un’università, famoso per indossare camicie hawaiane, e mi è capitato di avere proprio quel pezzo. Ho pensato che se avessi aggiunto dei capelli lunghi e dei pantaloni color cachi, gli sarebbe assomigliato molto, così ho comprato i pezzi”.
Jensen ha caricato la foto del personaggio di Lego che aveva creato su Facebook ed è diventata subito virale tanto che tutti i suoi studenti avevano iniziato a condividerla, così come le università in Queensland e nel Northern Territory sui loro profili social.
Il successivo soggetto di Jensen fu il curatore del Museo Nicholson della Sydney University, Michael Turner, che aveva appena annunciato che sarebbe andato in pensione e sarebbe tornato in Inghilterra.
“È qui che il processo è diventato impegnativo, perché è molto difficile far assomigliare una figura di Lego a una persona reale – ha spiegato Jensen –. Devi immaginare come questa possa sembrare nel differente universo dei Lego”.
Archivista storico di mestiere, Jensen è preciso nelle sue creazioni, e usa solo i pezzi di Lego autentici, invece di usare la grande varietà di pezzi alternativi sul mercato.
“Ho trovato un’azienda nel Regno Unito che stampa sui pezzi del busto di Lego come la carta – ha detto Jensen –; ottima, quindi, per la stampa di abiti e giacche, che io stesso disegno dal 2021”.
Jensen crede che il suo legame con il mondo classico derivi dal periodo che ha trascorso da ragazzo a Naxos, un’isola greca. “Allora giocavo tra le rovine, ora non sono più accessibili”, ha ricordato l’artista.
Per dare maggiore profondità alle sue somiglianze, Jensen ha iniziato ad aggiungere piastrelle stampate alle sue creazioni.
Per l’autrice Natalie Haynes, che ha scritto romanzi come Pandora’s Jar e A Thousand Ships, Jensen ha creato una piastrella Lego con la copertina di uno dei suoi libri.
“Per persone come Zuchtriegel, o la professoressa Dame Mary Beard, ho messo il nome delle istituzioni con cui lavorano sulle loro piastrelle – ha dichiarato Jensen –, ma diventa difficile quando sto creando qualcuno che lavora in modo indipendente”. L’artista, che crea solo due rappresentazioni di ogni persona, una destinata a chi l’ha ispirato e una per la sua collezione, non ha intenzione di commercializzare la sua arte.
Sebbene ogni figura gli costi dai 100 ai 150 dollari per realizzarla, Jensen ha affermato di non accettare nessun pagamento quando dona la sua opera d’arte alla persona per cui l’ha realizzata perché è il suo modo di “esprimere l’enorme apprezzamento per il loro lavoro”.