Una costellazione di storie italiane in un volume.
L’inestimabile contributo dell’emigrazione italiana Down under ha, senza ombra di dubbio, segnato in profondità la nascita di quella società multiculturale e cosmopolita che riconosciamo nell’Australia di oggi. Una storia spesso riassunta con la formula abusata di “braccianti e imprenditori”, come se l’esperienza italiana potesse essere liquidata in due parole. Sotto la superficie levigata della narrazione ufficiale, però, si muove da sempre un universo più complesso, ricco di sfumature, rimasto a lungo confinato ai margini dei racconti autorevoli.
A colmare questa zona d’ombra è intervenuto Ivano Ercole: scrittore, giornalista, ex direttore dell’emittente radiofonica Rete Italia e oggi autore del Dizionario biografico degli Italiani in Australia. Il volume, promosso dal Com.It.Es. del Victoria e della Tasmania e sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nasce con un obiettivo preciso: dare voce a coloro che “hanno partecipato attivamente alla vita culturale, artistica e politica del Paese, alimentando processi di integrazione e sviluppo sociale”.
Il dizionario è il frutto di una ricerca meticolosa durata circa due anni, ma le sue radici affondano in un percorso iniziato molto prima nella mente dell’autore. “Sono arrivato in Australia nel 1980. Ero un giovane italiano, venivo da Firenze con un bagaglio di studi umanistici. Qui, però, l’accoglienza era soprattutto per chi sapeva lavorare la terra, per chi aveva manualità. Io ero un intellettuale: mi sentivo quindi un po’ menomato”, racconta Ercole, ripercorrendo le sue difficoltà iniziali.
Per soddisfare un’insaziabile curiosità, Ivano Ercole legge, studia, scava negli archivi. Scopre figure che hanno inciso sulla vita culturale e politica australiana in momenti cruciali: “Le biografie spaziano da figure celebri a protagonisti locali, da pionieri del primo insediamento a intellettuali, artisti, artigiani, politici”, annota l’autore nelle prime pagine del volume.
Ogni profilo ne richiama un altro, come fili di una trama più ampia che attende soltanto di essere riconnessa. Il lavoro intreccia fonti primarie e secondarie, manuali pervenuti dalle biblioteche e giornali d’epoca, ma anche memorie familiari e testimonianze locali.
In questo percorso di ricerca però, Ercole non si limita alla grande migrazione del dopoguerra, ma torna indietro fino agli inizi dell’Ottocento. “Arrivo addirittura a un’audace scelta: nel libro metto un uomo di origine italiana sulla nave con cui Cook esplorò la costa australiana. Era figlio di un corso, quando la Corsica apparteneva alla Repubblica di Genova. Sicuramente parlava italiano; allora mi sono detto: ‘su quella nave allora c’era persino un italiano!’”, incalza lo scrittore.
Sfogliando il dizionario, emerge così una galleria di personaggi eterogenei: l’artista Giulio Anivitti, ad esempio, che forma giovani pittori destinati alla celebrità; il politico Guido Baracchi; Smella Jack, figlio di un minatore italiano il cui cognome Sciarmella viene storpiato Schmella. Una costellazione di storie che compongono un tessuto umano spesso ignorato: Ercole mette il lettore faccia a faccia con questo mosaico culturale indispensabile per comprendere l’Australia contemporanea.
L’autore dà spazio anche alle donne, restituendo loro quel ruolo troppo spesso sottratto da narrazioni che le relegavano al semplice “seguito” di mariti e padri. “Non è una questione di quote o correttezza, ma di giustizia storica”, sottolinea nel testo Ubaldo Aglianò, presidente del Com.It.Es. del Victoria e della Tasmania. Emblematico, in questo senso, il caso di Eugenia Falleni (1875-1938), che Ercole identifica come transgender. “La sua vicenda, ricostruita attraverso la cronaca dell’epoca, racconta di un caso che fece clamore all’inizio del secolo scorso. Una donna che visse come uomo sotto il nome di Harry Crawford, sposò una donna che venne poi uccisa. Crawford fu accusato di omicidio, e venne fuori che era una donna, la signora Falleni appunto. Tutto ciò in un tempo in cui la parola transgender non esisteva neppure”, racconta lo scrittore.
Nel dizionario compaiono esclusivamente persone scomparse, perché, come spiegano autore e curatori, “la storia di chi è in vita deve ancora completarsi”. È proprio questa impronta a rendere l’opera un progetto aperto, destinato a crescere con nuove biografie. Già si guarda a una futura edizione in inglese, per raggiungere non solo gli italo-australiani, ma anche gli australiani curiosi di conoscere la parte italiana della loro storia.
“Il lavoro è stato affidato a un ricercatore capace di andare oltre i criteri ordinari”, sottolinea ancora Aglianò. Una collaborazione, quella tra l’autore e il Com.It.Es., orientata a diffondere la cultura italiana attraverso figure forse poco note, ma sicuramente decisive.