ROMA - Momenti di tensione in commissione Affari Costituzionali della Camera dove, a sorpresa, è stato rinviato il dl flussi approdato in Aula poche ore prima. 

Il presidente Nazario Pagano (FI) aveva chiesto il ritorno del provvedimento per dare il via libera all'emendamento su una norma transitoria che in sostanza dà 30 giorni di tempo in più alle Corti per adeguarsi alle nuove competenze sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, e per tutta risposta le opposizioni hanno abbandonato i lavori. Una protesta formale contro “l'ennesimo pasticcio della maggioranza”.  

Una volta dato il via libera alla norma transitoria, il dl è ritornato in Aula dove il governo ha posto la fiducia. 

Con l'emendamento, “presentato pure fuori il tempo massimo, vengono calpestati i diritti e le prerogative dei deputati ai quali non viene garantita la possibilità di essere presenti nella giornata odierna”, puntano il dito tutti i capigruppo di minoranza. 

Nel provvedimento è confluito anche l'elenco dei Paesi sicuri di origine dei richiedenti asilo, sotto forma di emendamento governativo. Tra questi ci sono anche il Bangladesh, l'Egitto e il Marocco.  

La misura arriva nell'emiciclo con diverse modifiche di peso, tra cui una che prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori e per le attività di ricerca e soccorso in mare, siano secretati.  

Un’altra, ribattezzata “emendamento Musk” dalle opposizioni, stabilisce che per i procedimenti di convalida del trattenimento o di proroga del trattenimento di un migrante che richiede la protezione internazionale sia competente la Corte d'Appello in composizione monocratica, che ora avrà un mese di tempo in più per organizzarsi.  

Via libera anche ad una stretta sui ricongiungimenti, contenuta in due emendamenti della Lega: “I richiedenti dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per due anni consecutivi”, hanno spiegato i leghisti.