MOSCA – Secondo tre funzionari europei e un funzionario israeliano a conoscenza del dossier, il leader del Cremlino avrebbe detto sia al presidente americano che ai dirigenti iraniani di sostenere l’idea di un accordo nucleare che impedisca a Teheran di arricchire l’uranio. Il presidente russo avrebbe espresso questa posizione anche nelle telefonate della scorsa settimana con Trump e il presidente francese Emmanuel Macron.
Si tratterebbe di un vero e proprio dietrofront dello zar: la Russia è da anni il principale sostenitore diplomatico dell’Iran sulla questione nucleare.
Ma mentre Mosca pubblicamente sostiene il diritto dell’Iran all’arricchimento dell’uranio, Putin avrebbe assunto una posizione più dura in privato, in seguito alla “guerra dei 12 giorni” tra Israele e Iran.
Trump ha ribadito di volere un nuovo accordo nucleare con l’Iran, dopo aver fiancheggiato Israele, bombardando tre siti nucleari iraniani. Se i negoziati si svolgeranno nelle prossime settimane, l’arricchimento zero dell’uranio sul suolo iraniano sarà una delle richieste chiave degli Stati Uniti.
I russi hanno chiarito, in pubblico e in privato, che, in caso di accordo, sono disposti a rimuovere l’uranio altamente arricchito dall’Iran. Ma Teheran ha insistito sul fatto che qualsiasi nuovo accordo nucleare dovrà rispettare il suo diritto, previsto dal trattato di non proliferazione nucleare, di arricchire l’uranio per scopi pacifici. “Non accetteremo alcun accordo in cui l’arricchimento non sia incluso”, ha avvisato il ministro degli Esteri Abbas Araghchi.
Intanto, mentre l’Ucraina resta sotto i bombardamenti di Mosca (597 droni e 26 missili da crociera con almeno 4 morti e un ferito, nella notte tra sabato e domencia) e Zelensky chiede agli alleati sanzioni più severe (vedi altro articolo a pagina 4), il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov è sbarcato a Pyongyang per rinsaldare l’alleanza con Kim Jong Un: contro Kiev ma anche contro il dominio Nato in Asia.