MONTEVIDEO – Il duo FisHarmonica si è esibito per la prima volta in Uruguay con il concerto Progetto Suono Italiano 2025, grazie al sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo e del Comitato Nazionale Italiano Musica (Cidim).
Il duo è composto da Gianluca Littera e Massimiliano Pitocco. Il primo, come ha sottolineato la direttrice dell’Istituto, Silvia Merli, è “uno dei pochi musicisti al mondo a presentarsi con il suo strumento tanto in ambito classico come in ambito jazz. Per lui hanno scritto diversi compositori, tra cui il grandissimo maestro Ennio Morricone. Dal 2021 è docente nel Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dov’è stato aperto il primo e unico ciclo di studi accademici di armonica cromatica in Italia”.
Pitocco, anch’esso docente al Conservatorio Santa Cecilia, “rappresenta un punto di riferimento per la fisarmonica classica a livello internazionale, e che, oltre a essere organista, è anche un bandoneonista. È stato uno dei primi a far conoscere il repertorio di Astor Piazzolla, che ha avuto l’onore di presentare accompagnato dalla grande cantante italiana Milva”.
Littera si è rivolto al pubblico. “Grazie per essere qui con noi a condividere la musica che, dal mio punto di vista, è sempre un modo per unire le persone (...). Siamo molto felici di essere in Uruguay per la prima volta con questo progetto (riferendosi al duo FisHarmonica, ndr), che abbiamo da qualche anno e che ci ha dato la possibilità di suonare in diversi luoghi”, ha detto.
Il maestro Pitocco ha poi spiegato che il progetto è nato dopo aver conosciuto il maestro Littera proprio al Conservatorio Santa Cecilia, quando hanno pensato di creare il duo, “soprattutto perché abbiamo due strumenti non molto distanti fra loro. Entrambi hanno un suono che proviene da un’ancia libera, quindi una piccola ancia di metallo che, vibrando con l'aria — io attraverso il mantice, lui attraverso il fiato — emette suoni. L’armonica ha 64 note, la fisarmonica ne ha molte di più, ma insieme si riesce a fondere bene il suono”.
L’armonica, ha spiegato il maestro Littera, “fino a poco fa era considerata uno strumento ‘giocattolo’, nonostante il repertorio piuttosto ampio di compositori importanti del ’900”.
Recentemente, però, “qualcosa di molto importante è successo a Roma – ha spiegato – esattamente al Conservatorio Santa Cecilia, perché finalmente, dopo una lunga lotta, siamo riusciti a convincere il Ministero della Cultura che anche l’armonica è uno strumento”.
Il maestro ha aggiunto che questa è stata una sfida quasi personale: “Io, che ho fatto carriera con questo strumento dal 2004 circa, ho voluto restituirgli qualcosa: che fosse riconosciuto. Mi piace l’idea che l’armonica abbia un futuro davanti. Era importante che l’armonica entrasse nelle istituzioni, fosse riconosciuta e avesse un vero progetto didattico, come quelli del violino, della fisarmonica, del pianoforte e degli altri strumenti — e tutto questo si è concretizzato”.
Un passo importante che Littera sottolinea anche sul piano istituzionale: “Poiché ci troviamo nell’Istituto Italiano di Cultura, ho il piacere di dire che questa conquista, a livello mondiale, è un’esclusiva italiana. Abbiamo il privilegio, per quanto sia stato difficile, di aver ottenuto il riconoscimento di questo strumento, ed io spero che questo percorso possa crescere ancora, e che ci siano sempre più possibilità per l’armonica di far conoscere il proprio repertorio, come stiamo facendo questa sera con il maestro Pitocco, grazie a questa interessante fusione tra i nostri strumenti”.
Il programma ha proposto brani di grandi compositori, in un viaggio musicale che va dal barocco al contemporaneo, includendo opere di Antonio Vivaldi, Gaetano Donizetti, Franco Antonio Mirenzi, Nino Rota, Andrea Bandel, Ennio Morricone, Luis Bacalov, argentino e autore di colonne sonore) e composizioni originali dello stesso Gianluca Littera.
“Sono brani adattati per i nostri due strumenti”, ha spiegato Pitocco, parlando della Sonata in fa maggiore op. 2 di Antonio Vivaldi. “Naturalmente si tratta di un adattamento fedele all’originale, che è scritto per clavicembalo e violino”.
Il pubblico ha accolto con calore l’originale fusione tra armonica e fisarmonica, acclamando non solo l’abilità dei due maestri, ma anche il valore culturale di un progetto che porta nuovamente l’eccellenza della musica italiana in Uruguay.