Lo abbiamo chiesto a Ruth Borgobello, regista e sceneggiatrice italo-australiana che insegna Screenwriting and Directing for Film and Tv alla Swinburne University e al SAE Institute.
La regista in questo periodo è impegnata su più fronti per finalizzare diversi progetti, tra cui due film da girare in Italia - uno dei quali accantonato a causa del Covid e a cui ora si può nuovamente dedicare - e serie Tv: una racconta le vicende di un gruppo di backpackers italiani in Australia e l’altra affronta il tema del cambiamento climatico.
“L’Italia mi dà un’energia particolare, mi sento ispirata dalla passione con cui gli italiani affrontano la vita e cercano di capire le situazioni; le persone vivono il momento ed esprimono le emozioni in maniera diretta. Personalmente mi sento molto legata al Friuli Venezia-Giulia, la regione da cui proviene parte della mia famiglia, amo i suoi paesaggi”.
Il suo film The space between, candidato all’Oscar per l’Australia nel 2018, è stato il primo film co-prodotto tra Italia e Australia; girato tra Udine e Melbourne, ha sicuramente dovuto superare un grande numero di difficoltà logistiche, e non solo.
Nella creazione di un film vengono coinvolte almeno 200 persone, a cui si aggiungono gli investitori e i finanziatori oltre che i distributori, e il tempo necessario da quando nasce l’idea a quando il film è pronto per essere distribuito varia, in media, dai tre ai cinque anni.
In questo lasso di tempo il regista si fa carico di decisioni importanti, percorrendo un percorso che passa attraverso sei fasi, ciascuna delle quali presenta una serie di sfide:
Sviluppo
In questo stadio nasce la storia che sta alla base del film, tutto ruota attorno alla sceneggiatura, ai personaggi e al loro mondo. Solitamente è un processo solitario, ma può essere fatto in collaborazione con un altro sceneggiatore.
“Questa fase si potrebbe concludere molto velocemente o potrebbero servire anni, tutto dipende da quanto rapidamente si riesce a dare un senso alla scrittura. È necessario assicurarsi che ci sia davvero una storia dietro l’idea e quindi le si deve dare forma, renderla unica e veritiera”, spiega la regista, che sottolinea come nel delineare i contorni della sceneggiatura, bisogna essere poetici ma anche avere senso pratico, perché quello che si scrive influenzerà il budget necessario.
“Personalmente traggo ispirazione da storie vere, sono quelle che più mi interessano. Ma vengo anche guidata dalle mie passioni, alle volte dall’incontro con una persona, da una canzone o da un’immagine”, commenta.

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Finanziamento
Girare un film è molto costoso, bisogna pertanto cercare degli investitori che siano disposti a credere nel progetto; possono essere privati o istituzioni pubbliche e il tempo di attesa per ricevere le risposte, può arrivare anche a 18 mesi.
Borgobello non nasconde che questa è la fase meno divertente dal suo punto di vista “perché si tratta di aspettare le risposte e nel caso siano tutte negative, l’idea potrebbe già morire qui”.
Pre-produzione
“È un momento particolarmente importante, durante il quale il regista deve prendere velocemente molte decisioni”, spiega Borgobello.
Si selezionano i collaboratori che si occuperanno dei diversi aspetti del film: dal costumista al direttore della fotografia, a quello del casting, che dovrà poi scegliere gli attori. Si definisce lo stile delle location che si andranno a scegliere, la luce, il tipo di obiettivo, i movimenti della telecamera.
Il regista condivide tutti gli elementi visivi con il suo gruppo di lavoro, si finalizzano i dettagli dei luoghi, i costumi e si discute ogni singola scena per decidere lo stato d’animo e la caratterizzazione.
Una volta scelti gli attori, il regista cerca di stabilire con loro una connessione: provano insieme per circa una settimana e approfondiscono i personaggi. Vengono contemporaneamente fatti i sopralluoghi tecnici che consentono di essere pronti a girare, quando sarà il momento.
Produzione
Ciak si gira! Le luci si accendono, le telecamere cominciano a registrare, si posizionano i microfoni e si hanno a disposizione - in media - 6 settimane per girare tutte le scene del film.
Ovviamente maggiore è il budget, più è il tempo che si ha a disposizione.
“Questo è il momento che preferisco, anche se ho sempre la sensazione di avere i minuti contati. Mi piace lavorare con gli attori, confrontarmi con loro sulla sceneggiatura, poi lasciargli il tempo di studiarla, di pensarci e di tornare da me con idee e ispirazioni personali. È una conversazione che continua per tutta la durata delle riprese”, aggiunge Borgobello.

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I film non vengono mai girati in sequenza, le scene vengono pianificate in base alla disponibilità delle location e del cast, più che sulla storia e la coerenza emozionale, ecco perché il produttore ha il compito di preparare una tabella di marcia che indichi quali scene girare e quando.
Post-produzione
Con l’avvento della tecnologia digitale, la fase di post-produzione viene anticipata, non è necessario aspettare la fine delle riprese. Ogni giorno, infatti, si manda il girato a chi si occupa del montaggio che può cominciare a lavorare. In questo modo, alla fine delle riprese il regista ha già in mano una bozza del film da cui partire per la lavorazione finale.
“A questo punto il regista si siede in una stanza buia per circa tre mesi accanto al montatore, che non essendo stato presente durante le riprese, dà al regista un punto di vista fresco e diverso dal proprio”, racconta Borgobello, che aggiunge che quando mancano circa sei settimane alla fine della messa a punto del film, si ha già in mano una copia non definitiva da passare al compositore per cominciare a lavorare sulle musiche.
Alcuni compositori preferiscono scrivere la musica basandosi sulla sceneggiatura, in questo caso mandano i brani prima dell’inizio delle riprese.
“A me è capitato che il compositore avesse composto le musiche solo leggendo la sceneggiatura, ed è stato molto utile perché le ho suonate durante le riprese per aiutare gli attori sul set - commenta la regista -. La maggior parte dei compositori però aspetta di vedere la bozza finale, anche se già in precedenza si è parlato molto del tipo di musica richiesta, basandosi sulla storia e sull’atmosfera del film”.
Distribuzione
Si può ora cominciare a presentare la versione non finalizzata del film agli investitori e ai distributori che si occupano di far arrivare la pellicola, ai festival cinematografici e poi in sala, sui canali televisivi, alle piattaforme di streaming, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio possibile. A questo punto il film è uscito e il regista può dedicarsi al prossimo progetto.