Un pomeriggio di emozioni intense ha segnato la Domenica delle Palme per la comunità italiana di Ryde, con la proiezione del film Cabrini, dedicato alla figura straordinaria di Francesca Cabrini. 

L’iniziativa si inserisce nel più ampio impegno del gruppo Italian Migrants of Ryde, nel preservare e valorizzare la memoria storica della migrazione italiana nel distretto di Ryde.

Tra le loro attività recenti figura anche la pubblicazione del libro A One-Way Ticket, che documenta le storie dei migranti italiani nell’area.

L’evento si è svolto al Santa Rosa Park, luogo simbolico per tanti connazionali locali, situato su terreni donati dalla famiglia Rocca, migranti siciliani che si insediarono proprio a Ryde. Il parco porta il nome di Santa, moglie di Carmelo Rocca, e di Rosa, sua nuora: un tocco personale che rende il luogo ancora più speciale.

Una novantina di persone si sono riunite per assistere al film, lasciandosi coinvolgere da una storia potente di fede, coraggio e migrazione. 

La pellicola racconta la vita di una donna visionaria, fondatrice delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, inviata dal Papa alla fine dell’Ottocento per assistere i migranti italiani in America. La sua storia ha toccato il cuore di molti presenti, che si sono riconosciuti nelle difficoltà affrontate dalla protagonista, nei sogni infranti e nella forza di volontà di chi ha lasciato la propria terra in cerca di dignità.

Il film restituisce la figura di madre Cabrini in tutta la sua complessità: una donna che, pur segnata da una salute fragile, affrontò con determinazione le barriere del suo tempo, sfidando autorità maschili e sistemi consolidati.

Fondò scuole, ospedali, orfanotrofi, creando una rete di solidarietà reale, concreta, vissuta giorno per giorno a fianco dei cosiddetti ultimi.

Francesca Cabrini non fu solo una religiosa, ma una vera pioniera sociale. Fu la prima cittadina statunitense canonizzata, nel 1946, e oggi è patrona degli emigranti. Il suo ordine, quello delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, è presente in 15 Paesi del mondo e continua a offrire istruzione, assistenza e cura. Anche in Australia la sua eredità è viva: a Westmead sorge una residenza per anziani che porta il suo nome, mentre a Melbourne si contano otto centri Cabrini.

Ritornando al film, uno degli aspetti più toccanti è il messaggio d’inclusione che trasmette. In un’epoca segnata da discriminazioni, Cabrini scelse di farsi carico non solo dei bisogni materiali, ma anche della dignità negata a chi veniva considerato invisibile. Non aiutava solo gli italiani, ma chiunque fosse emarginato: bambini, malati, donne senza diritti, poveri senza patria. Il film mostra come l’accoglienza, per Cabrini, fosse una missione ma anche una forma di resistenza. L’inclusione, per lei, era una scelta radicale, una ribellione alle gerarchie e all’indifferenza.

Rivedere oggi quella storia, immersi nel contesto multiculturale di Ryde, ha offerto a molti l’occasione per riflettere sul senso profondo dell’accoglienza e sulla capacità di costruire legami tra culture e generazioni. 

“Quella raccontata in Cabrini non è solo la storia di una Santa, ma quella di tutti noi e tutti quelli che hanno lasciato la propria casa per inseguire un sogno”, ha sottolineato Angelina Bonifacio curatrice del volume A One-Way Ticket, il primo a raccontare la storia dei migranti italiani a Ryde che sta già diventando una risorsa preziosa per le scuole e le istituzioni. Bonifacio, durante l’evento, ha annunciato un prossimo appuntamento da segnare in agenda: una Messa di ringraziamento dedicata ai migranti, celebrata da padre Mirko Integlia, il 18 settembre, nella chiesa di Sant’Antonio a Marsfield, durante la novena per il 70esimo anniversario dell’associazione Lady of Grace Fraternity.