ROMA - Continua a far discutere l’ipotesi di coinvolgimento di papa Giovanni Paolo II nella scomparsa di Emanuela Orlandi, emersa dopo la pubblicazione dell’audio di un ex componente della banda della Magliana che tirava pesantemente in ballo Carol Wojtyla nella vicenda.

Giovanni Paolo II è stato difeso a spada tratta da tutti i più alti prelati vaticani, a cominciare dallo stesso papa Francesco, che hanno parlato di “insinuazioni” inaccettabili, ma il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, che da anni si batte per conoscere la verità di quanto accaduto, non sembra voler tornare sui suoi passi. 

“Ricordo - ha detto Orlandi in una recente intervista televisiva - quando venne (papa Wojtyla, ndr) a casa da noi e ci parlò di terrorismo internazionale; ci assicurò che avrebbe fatto il possibile, ma poi permise al silenzio e all’omertà di calare su questa vicenda. Ha mantenuto il silenzio fino alla fine; così è successo per Ratzinger, e papa Francesco lo ha fatto per 10 anni. Forse ora hanno capito che il silenzio non è servito. Questi 40 anni passati non posso però dimenticarli, e la parola ‘perdono’ l’ho cancellata dal vocabolario”.

L’implicazione di Giovanni Paolo II è dunque per Pietro Orlandi una cosa accertata. “Io non mi sono mai scusato perché non ho offeso mai nessuno - ha detto -; ho ritenuto opportuno fare ascoltare un audio. Poi, che io abbia detto quella frase, che ‘Wojtyla usciva di nascosto’, è una frase che dicevano tutti quanti, non era considerata una cosa grave, però qualcuno ha voluto legare questa situazione alle parole di questo componente della banda della Magliana”. Più che la banda della Magliana, nella vicenda c’entrerebbe Renato De Pedis, uno dei suoi capi storici con forti entrature in Vaticano. 

E' lui, secondo Pietro Orlandi, che avrebbe rapito Emanuela, che “è stata presa per ricattare qualcuno; De Pedis è stato utilizzato come manovalanza”. La giovane sarebbe poi stata trasferita in un convento in Inghilterra, come attesterebbero una serie di documenti ritrovati in una cassaforte della Prefettura degli Affari economici. 

“Il Vaticano - ha infine accusato Orlandi - da 40 anni fa di tutto per evitare che la verità possa uscire, altrimenti non mi posso spiegare tutti i comportamenti di questi 40 anni”. L’inchiesta aperta dai pm d’Oltretevere, comunque, “io l’ho presa come cosa positiva - afferma -; da qualche parte dovrà portarci. Questa inchiesta, secondo me, potrebbe durare pochissimo perché io l’ho sempre detto: ‘Con un po’ di buona volontà potrebbero farla durare pochissimo’”.