Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce ma anche Matilde Serao, Salvatore Di Giacomo, Jean Paul Sartre. Sono solo alcuni che hanno segnato la storia del Caffè Gambrinus di Napoli, con le loro frequentazioni, i loro racconti, le loro opere. Un caffè che ha visto i Capi di stato italiani salutare proprio da quelle sale, spesso, l’inizio dell’anno, da Francesco Cossiga a Carlo Azeglio Ciampi a Giorgio Napolitano, ma anche presidenti del Consiglio, premier stranieri. Un luogo della storia della città che torna alla bellezza del suo passato. Nella prossima primavera, infatti, i napoletani e i turisti potranno godere di un Gambrinus ampliato e tornato alla sua dimensione originale.

Il sindaco della Città metropolitana, Gaetano Manfredi, ha riconsegnato due locali su via Chiaia che anticamente facevano parte del caffè, conosciuto anche dal pubblico televisivo per le scene girate qui del Commissario Ricciardi. “E’ un momento storico - ha detto il sindaco - perché si ricompone la struttura originaria del Gambrinus restituendo due ambienti che completano questo locale così importante per la città anche in questo momento di rinascita turistica e culturale di Napoli”. Nel 1890, su progetto di Antonio Curri e la partecipazione di 43 collaboratori tra scultori e pittori, fu realizzato il Caffè Gambrinus che prosperò fino al 1938, quando il prefetto Giovanni Battista Marziali ne ordinò la chiusura perché considerato luogo antifascista. Da quel giorno i locali furono ceduti in parte al Banco di Napoli, in parte ad altri esercizi. Dagli anni ‘50 si è assistito a un progressivo recupero che ha portato il Gambrinus a essere quello che è oggi.