BUENOS AIRES – Il segretario alle Finanze, Pablo Quirno, ha confermato che il Tesoro nazionale inizierà a vendere valuta estera sul mercato libero per garantirne la liquidità e assicurare il normale funzionamento del sistema dei cambi. L’annuncio, diffuso tramite un messaggio sul social network X, segna una svolta importante nella strategia ufficiale per fronteggiare la pressione sul dollaro.
In questo modo, il Governo potrà intervenire anche quando il prezzo del dollaro si trova ancora all’interno della banda di riferimento stabilita — tra 1.000 e 1.400 pesos — peraltro recentemente superata da un rialzo del 7% circa. Finora, l’accordo con il Fondo monetario internazionale (Fmi) consentiva di agire solo quando la quotazione raggiungeva i limiti di tale fascia.
Nonostante il comunicato ufficiale, diverse società di consulenza private già segnalavano manovre dell’Esecutivo negli ultimi giorni, man mano che il dollaro si avvicinava al tetto della banda di cambio.
Tuttavia, Quirno ha negato che questa decisione rappresenti una rottura con lo schema concordato con l’Fmi. “Non c’è alcun cambiamento nel regime delle bande. Proseguiamo con quanto pattuito. La Banca Centrale continuerà a comprare pesos al limite superiore e a venderli all’inferiore. Nulla è cambiato”, ha dichiarato il funzionario in un’intervista al canale A24.
Secondo la sua spiegazione, l’intervento del Tesoro risponde a episodi puntuali di mancanza di liquidità, come quello avvenuto lunedì 1° settembre, quando un istituto finanziario di origine cinese ha tentato di manipolare il mercato dei cambi. “In due ore, con soli 30 milioni di dollari, sono riusciti a far salire la quotazione del dollaro di 40 pesos. Queste distorsioni non possono essere ignorate”, ha affermato.
Il governo ha sostenuto che la misura mira a evitare che questo tipo di operazioni generi maggiore incertezza in un contesto economico delicato. Inoltre, Quirno ha assicurato che la decisione è stata concordata con l’Fmi, che “ha approvato la comunicazione” e si è dichiarato “molto soddisfatto del livello di trasparenza”.
Va ricordato che, da aprile, il valore del dollaro in Argentina è determinato dall’offerta e dalla domanda all’interno di una banda che si adegua mensilmente dell’1% in entrambi gli estremi. Questo schema fa parte dell’accordo con l’Fmi, dopo l’approvazione di un prestito da 20 miliardi di dollari. L’intervento ufficiale punta a garantire che il sistema funzioni senza scossoni, in un mercato sempre più volatile