CANBERRA - Il presidente americano Donald Trump ha annunciato a sorpresa una sospensione di 90 giorni sui dazi reciproci per decine di Paesi, mantenendo l’aliquota di base al 10% per la maggior parte di essi, lo stesso livello già applicato all’Australia sin dall’annuncio del “Liberation Day”. Tuttavia, la Cina non solo è rimasta esclusa dalla misura, ma i dazi sui beni cinesi sono stati portati al 125% con effetto immediato.
Immediatamente dopo, l’ambasciatore cinese in Australia, Xiao Qian, ha fatto una dichiarazione pubblica, affermando che Pechino e Canberra devono mantenere una relazione commerciale “aperta e cooperativa” di fronte all’imprevedibilità degli Stati Uniti.
“In queste circostanze, la Cina è pronta a unire le forze con l’Australia e con la comunità internazionale per rispondere insieme ai cambiamenti globali”, ha dichiarato Xiao.
Oggi, il vice primo ministro Richard Marles ha escluso qualsiasi collaborazione formale con la Cina nella disputa commerciale con Washington. “Non faremo fronte comune con la Cina. Il nostro obiettivo è tutelare l’interesse nazionale australiano. Non si tratta di stringere mani o alleanze con la Cina”, ha dichiarato Marles ospite di Sky News.
Il ministro ha ribadito l’importanza della diversificazione commerciale dell’Australia con altri Paesi e della stabilizzazione delle relazioni con la Cina, pur escludendo alleanze strategiche. Marles ha anche garantito che il governo rafforzerà i controlli per prevenire il dumping, in risposta al rischio che la Cina riversi i suoi prodotti in Australia a prezzi fortemente ridotti.
Infine, Marles ha confermato che l’Australia continuerà a promuovere il ritorno a un commercio bilaterale libero da dazi con gli Stati Uniti, ritenendolo nell’interesse di entrambe le economie.