BUENOS AIRES - Il governo di Javier Milei ha comunicato che a partire da lunedì prossimo verranno provvisoriamente ridotti gli oneri fiscali sulle esportazioni dei raccolti dei principali tipi di coltivazioni. 

La misura è stata annunciata ieri pomeriggio dal ministro dell’economia argentino, Luis Caputo, in una conferenza stampa insieme al portavoce presidenziale Manuel Adorni. 

Caputo ha spiegato che la decisione presa dal governo riguarda “una situazione particolare nel settore agricolo a causa della siccità e della diminuzione dei prezzi delle materie prime”, che ha portato alla riduzione “temporanea delle imposte sulle principali coltivazioni come soia, fagioli, olio, farina, grano, orzo, sorgo, mais e girasole”, da lunedì fino alla fine di giugno. 

Adorni ha sottolineato che la misura è stata adottata nel contesto di variabili economiche favorevoli: "Grazie alla consolidazione del surplus finanziario, frutto del rigoroso piano economico e degli sforzi degli argentini, il governo nazionale ha deciso di ridurre le imposte sul settore agricolo", ha dichiarato, sebbene Caputo abbia precisato che il governo non dispone delle risorse necessarie affinché questa riduzione delle imposte sulle esportazioni agricole possa essere mantenuta oltre giugno. 

Il ministro ha dichiarato che “questo è un governo che è venuto per ridurre le tasse”, ma che “a causa del disastro ereditato e del nostro pessimo indice storico creditizio, l’Argentina ha bisogno di un surplus fiscale per abbassare le imposte”.  

A Caputo “piacerebbe” eliminare completamente le imposte sulle esportazioni, “ma questo implicherebbe un surplus pari a 8 miliardi di dollari che non abbiamo, anche se capiamo che la situazione nel settore agricolo è particolare in questo momento”, ha spiegato. 

L’eccezione riguarderà le economie regionali, tra cui zucchero, cotone, vino e riso, per le quali l’imposta sarà eliminata “in via permanente”.

Il termine “economie regionali” si riferisce ad attività economiche concentrate in specifiche aree del Paese, cruciali per lo sviluppo locale e nazionale. Per, esempio, a Mendoza indica la produzione di vino, mentre nell’Alta Valle del Río Negro e Neuquén alla frutticoltura (come pere e mele). 

Per la soia, le imposte scenderanno dal 33% al 26%, per i derivati della soia dal 31% al 24,5%, per l’orzo, il sorgo e il mais dal 12% al 9,5%, per il fruemtno dal 12% al 9,5%, e per il girasole dal 7% al 5,5%. 

“Come promesso dal presidente Javier Milei durante la campagna elettorale, abbiamo abbassato le imposte. Il valore della parola, qualcosa che in questo Paese si era perso da tempo”, ha dichiarato il ministro dell’Economia su X. 

Sebbene il settore agricolo avesse da tempo chiesto una riduzione delle imposte, la decisione del governo ha sorpreso molti. Caputo doveva incontrarsi con la i rappresentati dei grandi produttori agricoli all’inizio di febbraio, quindi ci si aspettava che un’eventuale decisione arrivasse solo dopo quell’incontro. 

Le motivazioni che avrebbero portato l’esecutivo a prendere questa decisione includono la pressione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), in visita in Argentina, riguardo alla sostenibilità del tasso di cambio e la necessità di garantire flussi di capitale in dollari, dato che il ritardo nell’aggiornamento tasso di cambio stava incidendo sulle riserve della Banca Centrale. 

Inoltre, i governatori di Province importanti per la produzione agricola, come Entre Ríos, Córdoba e Santa Fe, avevano sollecitato un sollievo fiscale per il settore, considerando l’impatto negativo delle imposte sulle loro economie locali. 

A ciò si è aggiunta la preoccupazione per la riduzione dell’attività economica nel settore agricolo, che aveva avuto un ruolo cruciale nella ripresa economica dopo la grave siccità del 2023. La misura, infine, ha risposto alla necessità di mantenere il sostegno elettorale in un anno cruciale, in un contesto di forte supporto del settore rurale all’opposizione di Javier Milei.