ROMA - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo l’attacco condotto contro l’Iran. Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che, se da un lato Meloni ha condiviso la necessità di evitare che l’Iran riesca a impadronirsi della bomba atomica, dall’altro si è augurata che gli sforzi portati avanti dagli Stati Uniti per trovare un accordo possano ancora avere successo.

La telefonata è arrivata sabato, dopo che Palazzo Chigi ha pubblicato una nota per chiedere a Israele e all’Iran una de-escalation e il ritorno alla diplomazia. Nella nota si esprimeva anche “preoccupazione” per i rapporti dell’Aiea sulle violazioni degli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare da parte di Teheran. 

“In questo quadro è stato riaffermato il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali ospitate a Roma, e sottolineato come una soluzione diplomatica debba restare l’obiettivo prioritario”, si legge nel comunicato. La presidenza del consiglio dei ministri ha quindi ribadito che “il governo italiano continuerà a lavorare con tutti i partner per promuovere una de-escalation”.

Intanto, a 24 ore dalla richiesta delle opposizioni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito in Parlamento dopo l’attacco israeliano contro l’Iran.

“Di fronte a una minaccia nucleare non può esservi alcuna ambiguità. L’Iran non può dotarsi della bomba atomica”, ha detto, prima di chiarire che, durante una conversazione con il presidente della Repubblica di Israele, Isaac Herzog, “ho ribadito il diritto di Israele a garantire la propria sopravvivenza tutelandosi da un possibile attacco nucleare”. 

Viceversa, ha continuato il Ministro, “all’Iran ho detto non reagite più, e a Israele ho detto: fermiamoci qua. Siamo contro l’escalation. Questa è la posizione e non abbiamo agende nascoste”.

Una posizione che il governo ha voluto chiarire, a fronte della polemica innescata dalle opposizioni, che hanno evidenziato come per loro non sia “chiarissimo cosa pensi il governo”, come sottolineato dalla segretaria del Pd, Elly Schlein. Schlein ha detto che rimane il dubbio se il governo “ritiene che l’attacco all’Iran fosse legittimo, come fanno pensare alcune dichiarazioni”.  

Le ha risposto Mara Carfagna, di Noi Moderati: “Non c’è alternativa: da un lato c’è una democrazia, per quanto criticabile, dall’altra una dittatura che sta per dotarsi di armi atomiche. Anche le forze di opposizione facciano una scelta netta”. 
La leader del Pd ha chiarito che il suo partito ha “sempre contrastato il regime di Teheran, ma questo attacco delegittima le sedi negoziali e può dar vita a un conflitto globale”.