ROMA - Dopo lo stop della magistratura al trasferimento dei migranti in Albania, la premier ha annunciato un decreto sui paesi sicuri, mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella invita al dialogo tra le istituzioni e la Cei si scaglia contro i centri all'estero dichiarando: “I migranti non sono pacchi”.
Meloni è intenzionata ad andare avanti inserendo dei correttivi alla legge per evitare altri “casi Albania”, che ha visto il rientro in Italia dei 12 migranti proveniente da Egitto e Bangladesh. Questi, infatti, sarebbero paesi non sicuri secondo una precedente sentenza europea, che pertanto non possono essere destini di rimpatrio, neppure per persone arrivate nel nostro paese irregolarmente.
Gli uffici legislativi di Palazzo Chigi, in queste ore, sono al lavoro per confezionare il testo che verrà portato al tavolo del Consiglio dei ministri, convocato per questa sera. L'intento è quello di fornire all'accordo sui migranti una cornice giuridica certa, che non lasci spazio alle interpretazioni dei giudici. Tra i punti da affrontare ci sono la lista dei paesi sicuri per i rimpatri e l'introduzione di un secondo grado di giudizio verso quelle sentenze che non convalidano il trattenimento.
“Il quadro che emerge dalle complesse investigazioni conferma la necessità di proseguire lungo la strada intrapresa da questo governo”, ribadisce il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, dichiarando che l’obbiettivo del governo è “contrastare con ogni mezzo, anche preventivo, i criminali senza scrupoli che si arricchiscono mettendo a repentaglio la vita stessa dei migranti”.
Secondo il ministro è importante superare le posizioni, da lui considerate ideologiche, di chi “continua a farsi sostenitore di un'accoglienza indiscriminata anche quando questa finisce, di fatto, per favorire i vergognosi interessi di gruppi criminali”.