CANBERRA - Le commissioni sulle carte di credito non saranno incluse nel provvedimento.

Anche la Reserve Bank (RBA) avvierà in giornata una revisione dei costi dei pagamenti per i rivenditori.

Il divieto potrebbe essere introdotto a partire dal gennaio del 2026, soggetto a consultazioni con la RBA.

“Non è giusto che i consumatori siano penalizzati per l’uso delle carte o dei pagamenti digitali, e allo stesso tempo le piccole imprese non dovrebbero pagare commissioni eccessive solo per accettare i pagamenti”, ha dichiarato il ministro del Tesoro Jim Chalmers all’Australian Financial Review.

Jason Bryce, fondatore del gruppo Cash Welcome, e sostenitore dell’uso del contante, ha osservato che tutti ne usciranno penalizzati se, come conseguenza della riforma, i costi delle transazioni effettuate con le carte finiranno per essere inclusi nei prezzi al dettaglio.

“Un divieto sulle commissioni per le carte minaccia di gravarci tutti con costi aggiuntivi e magari nascosti. Questo divieto non renderà gratuiti i pagamenti con carte di debito, ma nasconderà semplicemente i costi ai consumatori. Il contante deve essere ampiamente disponibile e accettato per esercitare una pressione competitiva sulle commissioni nei punti vendita”.

Secondo le stime, i consumatori australiani pagano collettivamente circa 1,5 miliardi di dollari ogni anno in commissioni per l’uso di carte di debito e di credito.

Mentre molte grandi aziende, come i supermercati, assorbono i costi di elaborazione delle carte e li recuperano attraverso i loro prezzi, mentre i clienti spesso si trovano a dover pagare commissioni extra nei piccoli esercizi quali bar e ristoranti.

Di solito, ai consumatori viene addebitata una commissione che varia tra lo 0,5% e l’1% per le carte di debito Visa e Mastercard e tra l’1% e l’1,5% per le carte di credito.

Queste commissioni dovrebbero coprire i costi di elaborazione dei pagamenti, ma alcuni rivenditori sono stati accusati di addebitare più del dovuto.

Questo è il motivo per cui il governo federale fornirà ulteriori 2,1 milioni di dollari all’Australian Competition and Consumer Commission per esercitare in maniera più efficace il controllo su eventuali commissioni eccessive.