Una delle gioie della vita è assaporare un pasto preparato con amore. Mentre molte persone possono dare questo piacere per scontato, altri non condividono la stessa fortuna, quella di avere regolare accesso a cibi sani.
L’organizzazione no-profit ‘Dig In’ lavora senza sosta per regalare questo piacere a chiunque ne abbia bisogno a Brisbane.
Dig In è stata fondata nel 2017 da un gruppo di compagni di scuola, incluso l’attuale direttore, il 23enne Curtis Sciacca.
Siciliano da parte di padre, Sciacca ha ereditato molti valori dai nonni, immigrati in Australia, rispettivamente da Taormina e Ragusa nel 1960:
“La famiglia, l’amicizia, il rispetto e il senso di comunità sono i valori con cui sono cresciuto. A casa di mia nonna c’era sempre qualche familiare o amico, c’era sempre qualcuno a farle visita e da lì ho imparato che il miglior modo di cominciare una conversazione è quello di condividere un pasto caldo”, ha raccontato Curtis al giornale.
“Lo scopo di Dig In è infatti quello di fornire un pasto ricco di sostanze nutritive e, attraverso questo gesto, iniziare una conversazione. Abbiamo creato moltissime relazioni nel tempo”.
Sciacca e gli altri tre fondatori hanno già lavorato per altre organizzazioni benefiche e fatto volontariato durante gli anni del liceo e quelli universitari, prima di fondare la loro no-profit: “Ci siamo resi conto di come altre organizzazioni servissero salsicce o panini con uova e bacon. Ovviamente è meglio di nulla, ma da qui ci è venuta l’idea di servire pasti più salutari”.
Ci sono voluti mesi per registrare la loro no-profit, trovare una cucina commerciale, volontari e fondi, ma i tre sono riusciti ad assicurarsi la cucina presso il St James College di Spring Hill ogni sabato pomeriggio e hanno iniziato con il solo aiuto di 10 volontari, la maggior parte familiari e amici.
Ancora poco conosciuto, il gruppo era incaricato di acquistare tutti i prodotti e ingredienti e faceva affidamento principalmente sulle donazioni dei loro cari: “Nonna ci ha aiutati per il primo servizio. Abbiamo fatto la spesa in vari negozi della zona e usato il basilico del giardino. Nonna ci ha aiutati a scrivere alcune ricette e ci ha insegnato a cucinare”, ha raccontato Sciacca.
Un po’ alla volta, il loro lavoro e impegno ha iniziato ad attirare l’attenzione e altri si sono uniti, dando la possibilità al gruppo di crescere e offrire un aiuto sempre maggiore.
A tre anni dalla sua fondazione, Dig In ha oggi più di 150 volontari, offre da mangiare a più di 200 persone ogni sabato pomeriggio presso Kemp Place Park e West End Community Park e ha preparato quasi 80mila pasti caldi e salutari.
La collaborazione con altre organizzazioni benefiche è stata fondamentale per il successo di Dig In, che dopo il primo anno di operato si è messa in società con Fareshare, un’organizzazione no-profit che recupera il cibo in eccesso di supermercati e agricoltori e lo trasforma in pasti da distribuire ai più bisognosi.
“Ci offrono molti prodotti ricchi di nutrienti, dal pollo arrosto alle verdure”, ha spiegato Curtis.
Altre entità e individui continuano a donare prodotti per l’igiene personale, vestiti e prodotti alimentari non deperibili: “Durante le vacanze pasquali, la Noosa Chocolate Factory ci ha donato le loro scorte in eccesso. Ci sono moltissime persone che hanno voglia di aiutare e siamo molto felici di poter collaborare con loro per offrire una migliore qualità della vita a chi ne ha bisogno”.
Prima della pandemia da Covid-19, ogni sabato pomeriggio il Kemp Place Park si trasformava in un centro comunitario, alla presenza di Dig In e altre organizzazioni benefiche tra cui un servizio di lavanderia mobile e docce, Orange Sky e Kombi Clinic, che offrivano consulenze mediche; ma la pandemia ha messo a grande rischio il settore della beneficenza e mentre molte no-profit hanno dovuto sospendere i loro servizi, Dig In ha deciso di continuare a operare: “Il nostro unico lavoro è aiutare le persone e non potevamo fermarci quando c’era maggior bisogno di noi”.
Per adattarsi alle nuove circostanze, Dig In ha trasformato il suo modello in un “meals-on-wheels” (pasti su ruote, ndt) in aggiunta al tradizionale modo di servire pasti: “Abbiamo distribuito moltissimi volantini in cui spiegavamo che, chi ne aveva bisogno, poteva mandarci un messaggio o un’email con il loro indirizzo e noi avremmo consegnato il pasto di sabato dalle 4.00 pm alle 6.00 pm. Avevamo sei macchine e consegnavamo circa 800 pasti in un pomeriggio”.
Oggi Dig In è tornata a operare nel suo modello tradizionale presso i due parchi, ma sta lavorando a un nuovo progetto che aiuterà a consegnare ancora più pasti in giro per la città: l’installazione di distributori automatici di pasti caldi.
Il fondatore e presidente Curtis Sciacca mostra l’utilizzo del distributore automatico di pasti, il progetto futuro dell’organizzazione
“Il nostro sistema funziona per circa l’80% delle persone ma, se ad avere bisogno di un pasto è una vittima di violenze domestiche o qualcuno che soffre di disturbi mentali, il parco non è il posto più sicuro. Alcune persone possono non sentirsi a proprio agio tra la folla e questo significa che non riusciremo a consegnare loro un pasto”.
Per risolvere questo problema, l’organizzazione sta lavorando per creare un network di distributori automatici di pasti caldi, prodotti in Italia, da installare in alloggi per i senzatetto o per le vittime di violenza domestica, a cui verrà dato un codice da inserire nella macchina per ottenere un pasto caldo gratuito ogni giorno.
Un distributore è stata installato a gennaio in un alloggio a Spring Hill e ha ricevuto recensioni positive e generato interesse tra le organizzazioni.
Oltre ai distributori, Dig In sta inoltre lavorando per espandere i suoi servizi su un territorio più esteso e raggiungere anche i quartieri di periferia, tra cui quello di Logan nei prossimo sei mesi.
Fattore interessante da considerare è che Sciacca e gli altri fondatori lavorano tutti a tempo pieno: “Dedichiamo molto tempo a questo progetto e siamo fortunati ad aver lavori che ci permettono di essere flessibili, ma la maggior parte del lavoro viene svolto nei fine settimana o dopo le 5.00 pm”.
I valori tramandati dai nonni siciliani sono ciò che ha dato la spinta al giovanissimo Sciacca ad aiutare il prossimo, scaldando cuori e riempendo stomaci.