ANKARA - Il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, ha fatto riferimento a un possibile abbandono della lotta armata da parte del suo gruppo, da 40 anni in conflitto con l’esercito turco. “Se ci sono le giuste condizioni, ho il potere teorico e pratico per spostare questo processo dal terreno del conflitto e della violenza al terreno legale e politico”, ha affermato Ocalan, come riferiscono vari media turchi, in un messaggio affidato a un deputato del partito filocurdo Dem, e parente, che lo ha visitato ieri nel carcere sull’isola di Imrali, a sud di Istanbul, dove è rinchiuso dal 1999 per l’ergastolo. 

Il messaggio del leader del Pkk arriva dopo il clamoroso appello lanciato lunedì dal partito di estrema destra Mhp, alleato dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e con posizioni molto lontane dalle forze curde, che aveva invitato Ocalan a proclamare lo scioglimento del Pkk e a dichiarare la fine del terrorismo in Parlamento, alludendo a una possibile fine del suo regime di isolamento.  

L’incontro tra Ocalan e il deputato filocurdo di ieri in carcere ha rappresentato la prima visita in oltre quattro anni per il leader del Pkk ed è avvenuto nel giorno dell’attentato contro la sede dell’Industria Aerospaziale in provincia di Ankara che ha provocato la morte di 5 persone e 22 feriti. L’attacco non è stato rivendicato, ma il governo turco ha attribuito la responsabilità al Pkk, il gruppo armato curdo che da oltre 40 anni è coinvolto in un conflitto con l’Esercito di Ankara. 

Intanto, almeno 12 civili sono rimasti uccisi negli attacchi turchi di ieri contro il Pkk in Siria, lo riferiscono le forze curde. I raid sono stati effettuati in seguito all’attentato contro la sede dell’Industria Aerospaziale. “Nelle ultime ore... una nuova ondata di attacchi (turchi) nel nord e nell’est della Siria” ha ucciso 12 civili, tra cui due bambini, e ne ha feriti altri 25, si legge in una dichiarazione delle Forze democratiche siriane guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti.