Sono stati giorni di attesa e apprensione nel Queensland per il passaggio del ciclone Alfred, che ha minacciato le coste e le principali città, tra cui LA capitale Brisbane. Le allerte meteo, le immagini dei cieli cupi e la possibilità di esondazioni hanno riportato alla luce la vulnerabilità di chi si trova ad affrontare eventi climatici estremi in una terra lontana dalla propria. In questi momenti d’incertezza si riscopre l’importanza del legame con la comunità, con i vicini di casa, gli amici e i connazionali. Ma vivere un’emergenza del genere lontani dal proprio paese d’origine può amplificare il senso d’isolamento e rendere ancora più difficile gestire emozioni complesse come paura, impotenza e disorientamento.

A parlarne è Marta Tonelli, psicologa e psicoterapeuta italiana che vive e lavora a Brisbane. Secondo Tonelli, situazioni come quella generata dal ciclone Alfred risvegliano emozioni intense e spesso contrastanti. La tensione e la paura sono reazioni comuni, a cui si aggiunge un forte desiderio di contatto con la propria famiglia d’origine. “Molti italiani all’estero - racconta - si trovano a vivere un vero e proprio conflitto interiore: da un lato il bisogno di condividere con i propri cari l’ansia e le difficoltà del momento, dall’altro la paura di allarmarli eccessivamente”.

Anche le reazioni comportamentali possono variare molto. C’è chi tende a minimizzare il pericolo e prosegue la vita quotidiana come se nulla stesse accadendo, e chi invece si lascia travolgere dal panico. Due estremi che raccontano modi diversi di affrontare l’incertezza. “Nel caso del ciclone Alfred, molte persone residenti a Brisbane e nelle aree circostanti si sono trovate per la prima volta a fare i conti con un’allerta simile. Dopo lo stupore iniziale - spiega la psicologa - è subentrata la fase più attiva: ci si è informati, si è parlato tra vicini, ci si è sostenuti a vicenda”. Essere consapevoli di queste dinamiche è fondamentale per evitare di cadere nella trappola dell’ipercontrollo o, al contrario, dell’evitamento totale, che può portare a sottovalutare la gravità della situazione. La chiave sta nel trovare un equilibrio: prepararsi, informarsi e fare il possibile per proteggersi, senza però farsi sopraffare dal bisogno di controllo assoluto o dalla paura paralizzante. In questo contesto, la comunicazione con la famiglia in Italia diventa un aspetto delicato da gestire. Tonelli sottolinea l’importanza di essere sinceri con i propri cari, raccontando cosa si sta facendo per affrontare la situazione, piuttosto che trasmettere solo la preoccupazione o, al contrario, minimizzare eccessivamente. “Condividere i piani d’emergenza, le risorse disponibili e le strategie messe in atto per proteggersi aiuta anche chi è lontano a sentirsi parte della soluzione e non solo spettatore impotente. Mantenere una comunicazione regolare, con messaggi brevi o videochiamate, rafforza la sensazione di vicinanza e riduce l’ansia da entrambe le parti”. Gestire stress e ansia in momenti di allerta climatica richiede un grande lavoro su di sé. Secondo la psicologa, accettare le proprie emozioni senza giudicarle è un primo passo essenziale. “Sentirsi impauriti, tristi o arrabbiati è naturale e legittimo di fronte a eventi su cui non si ha il pieno controllo. Riconoscere e dare significato a queste emozioni permette di trasformare la minaccia percepita in qualcosa di più gestibile. Questo atteggiamento consente di attivare risorse personali, mantenere lucidità e mettere in atto strategie pratiche per affrontare l’emergenza”.

Fondamentale anche non isolarsi. Confrontarsi, chiedere aiuto, mantenere una routine che includa momenti di riposo, attività fisica e una corretta alimentazione aiuta a ritrovare un senso di stabilità anche nei momenti di maggiore tensione. “Esperienze come quella vissuta durante l’allerta per il ciclone Alfred - sottolinea Tonelli - ci ricordano il valore della comunità. Non sono mancati i gesti concreti di solidarietà: c’è chi ha aiutato i vicini a riempire sacchi di sabbia per prevenire le esondazioni, chi si è organizzato per mettere al sicuro gli animali domestici e chi ha trasformato le giornate di stop forzato dal lavoro in un’occasione per stare insieme alla propria famiglia. Momenti che rafforzano il senso d’appartenenza e dimostrano come, anche nelle difficoltà, si possano costruire legami importanti”.
Resta però essenziale riconoscere quando la fatica emotiva supera la soglia di tolleranza. Se ansia, insonnia, tristezza o rabbia diventano pervasive e iniziano a interferire con la quotidianità, sottolinea la psicologa, è il momento di chiedere aiuto a un professionista. Il consiglio finale di Marta Tonelli è semplice ma potente: “Non vergognarsi delle proprie emozioni e non affrontare tutto da soli. Cercare il supporto di persone fidate, comunicare apertamente con la propria famiglia e costruire una rete di relazioni nella comunità locale sono strumenti fondamentali per superare i momenti di crisi”. La sua esperienza ci ricorda che, anche in situazioni d’emergenza lontano da casa, il legame con gli altri è la risorsa più preziosa. Coltivare relazioni solide, mantenere viva la comunicazione e prendersi cura della propria salute mentale sono passi essenziali per affrontare le sfide del presente e quelle che inevitabilmente ci riserverà il futuro.