Domani (mercoledì) i liberali terranno una riunione nella sala del partito per discutere la loro posizione sulla Voce in seguito all’introduzione in parlamento della proposta per modificare la costituzione.

Il senatore liberale Andrew Bragg, che in precedenza ha indicato il suo sostegno alla Voce, ha espresso il desiderio che il partito segua un precedente stabilito dai dibattiti sui referendum sulla repubblica e sull’uguaglianza del matrimonio, voto per il quale i parlamentari non furono vincolati da una posizione stabilita dai vertici del partito.

Bragg ha fatto osservare che, fedele alla sua tradizione, il Partito Liberale non aveva cercato di vincolare i suoi membri a un particolare punto di vista.

“In passato John Howard ha votato ’no’ al referendum sulla repubblica e Peter Costello ha votato ’sì’”, ha detto Bragg ai microfoni di ABC Radio.

“In seguito Malcolm Turnbull ha votato ’sì’ ai matrimoni civili mentri altri membri del suo gabinetto hanno votato ’no’. Questo è sempre stato parte della tradizione liberale, quindi questo è il mio punto di partenza”.

Ieri, nel corso di un intervento presso il National Press Club di Canberra, il portavoce dell’opposizione per gli indigeni australiani Julian Leeser ha sollevato obiezioni e dubbi in merito alla tempistica proposta, invitando il primo ministro Anthony Albanese a riconsiderare il suo piano di indire il referendum entro la fine dell’anno.

Il senatore Bragg ha affermato che Leeser ha sollevato alcuni punti importanti che, se affrontati, porterebbero al successo del referendum, temendo che il pubblico non sia ancora preparato in merito.

Un comitato congiunto di nuova costituzione sul referendum La Voce indigena in Parlamento per gli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres, composto da 13 membri del Governo e della Coalizione, sta esaminando il disegno di legge e dovrebbe riferire entro il 15 maggio.

“Il comitato può ora esaminare la formulazione, ma può anche cercare di generare positività sui benefici delle nuove istituzioni a sostegno degli indigeni nel nostro paese”, ha affermato Bragg.

“Questo è un voto del popolo australiano, non è un voto per i politici. Il nostro compito è dare consigli alle persone se vogliono sentire da noi come dovrebbero votare per il prossimo referendum”.