Uno dei pochi immigrati italiani in Australia nel campo dell’arte, in questo caso la musica, che ha onorato la nostra comunità è senza alcun dubbio il maestro Enzo Marcianò, direttore artistico della Banda Musicale Italiana “Vincenzo Bellini”.  

Per poter presentare il profilo umano e artistico del conosciuto maestro 84enne, che negli anni ‘60 riuscì dare un’anima ‘italiana’ e a dare una svolta nuova alla musica in Australia, ho fatto un salto virtuale fino ad East Ivanhoe, e mentre sorseggiavamo il caffè - ognuno a casa propria - abbiamo fatto una lunga chiaccherata.

La prima cosa che ricordo bene del maestro Enzo e l’aver letto di lui ne Il Globo e La Fiamma, molti anni fa, subito dopo il nostro arrivo in Australia.

Si trattava delle belle frasi di recensioni pubblicate in occasioni di riuscitissimi concerti diretti dal maestro giunto da poco dall’Italia, portando con sè una piacevole boccata d’aria nostrana nella scena musicale australiana. 

All’indomani di uno di questi concerti, con la partecipazione di oltre 2000 amanti della buona musica, un critico d’arte del The Age, esprimeva entusiastici elogi al maestro Enzo Marcianò, ed anche il The Herald pubblicava una foto del maestro.

Mentre La Fiamma in quell’occasione scriveva:

“Il maestro Marcianò è riuscito a dare una svolta e a svincolare gli orchestrali dal loro schema anglo-sassone, non solo riuscendo a farli esprimere in italiano, ma a risuscitare ‘vibrazioni italiane’ laddove durante altre rappresentazioni teatrali di opere italiane quel che si avvertiva era una semplice enunciazione di frasi musicali bellissime e nient’altro”. 

Pugliese, nativo di Corigliano d’Otranto (provincia di Lecce), il maestro Enzo Marcianò discende da una famiglia di musicisti che vanta una tradizione musicale fin dal 1700. 

Del maestro Marcianò si racconta che in occasione di una grande festa popolare nella piazza cittadina, affollata da oltre 10mila persone, durante un concerto diretto dal padre, lo stimato maestro Donato Marcianò, gli avesse fatto cenno di salire lui sul podio, e gli consegnò la bacchetta e lo invitò a dirigere la sinfonia dell’opera belliniana Norma.

Enzo, senza alcuna esitazione, accettò l’invito, salì sul podio prese la bacchetta e incominciò a dirigere i musicisti, superando quindi la sua prima prova di fuoco di fronte a quella moltitudine di concittadini che rimasero stupiti e al medesimo tempi deliziati dal coraggio e dalla preparazione musicale del ragazzino.

Oltre a suo padre Donato, anche il nonno Vincenzo Marcianò ha lasciato un ottimo ricordo come direttore di concerti bandistici pugliesi. Ed anche il fratello del nonno, il prof. Salvatore Marcianò a suo tempo diresse note orchestre, fra cui anche l’Orchestra Sinfonica di Buenos Aires, al Teatro Colon, in Argentina. Al maestro Donato Marcianò si deve l’aver fondato nel 1969, a Melbourne, la Banda Giuseppe Verdi, che rimase attiva per due anni e che venne poi (il 18 maggio 1971, ndr), sostituita dalla Banda Musicale Italiana “Vincenzo Bellini” in onore del grande compositore catanese, ma di origine abruzzese, che divenne “illustre emigrante” a Parigi.

Dopo gli studi classici a Lecce, Enzo si iscrisse al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dove studiò composizione sotto la guida dell’insegnante palermitana Barbara Giuranna, organo e composizione organistica con il professor Fernando Germani e lettura della partitura e direzione d’orchestra con il docente altamente stimato Franco Ferrara, che ebbe anche come suoi studenti straordinari Zubin Mehta e Claudio Abbado.

“Altri insigni professori che fui fortunato di avere come insegnanti - afferma Enzo Marcianò - furono i maestri Bojankino, Olivio Di Domenico e Peter  Rorke oltre al noto compositore Giovanni Orsomando, rispettivamente per la storia della musica e strumentazione per bande”.

Durante la sua permanenza romana e fino al 1964, Enzo fu molto impegnato nel dirigere l’Orchestra Sinfonica di Roma in una tournèe nel sud Italia, a dirigere la Banda di Corigliano d’Otranto, l’Orchestra della Recording Company of America (la famosa RCA, ndr) e l’Orchestra della Fono di Roma per colonne sonore di film con le musiche di Ennio Morricone. Enzo riusciva a trovare del tempo libero anche per essere l’organista della Basilica di Santa Maria Maggiore, di Roma. 

In quello stesso anno, all’età di 28 anni, incontrò la bella e giovane studentessa di musica l’italo-australiana Marisa Stella, (ma nativa di Asiago, ndr), che si trovava in Italia per un corso di perfezionamento musicale, come nella romatica opera pucciniana La Bohème s’innamorò pazzamente di lei e in brevissimo tempo la condusse all’altare.

La coppia partì per l’Australia per incontrare i familiari di Marisa, e arrivò a Melbourne, per straordinaria coincidenza il 22 novembre, giorno della festa di Santa Cecilia:

“La nostra permanenza in Australia doveva avere la durata di circa due mesi - aggiunge Enzo -. Ma durante questo periodo mi fu data la possibilità di dirigere l’Orchestra Sinfonica di Melbourne in un concerto operistico all’aperto che richiamò oltre 12mila persone”. 

L’eco di quel concerto immediatamente aprì al maestro Enzo le porte di palcoscenici ovunque in Australia. Infatti, gli inviti a dirigere orchestre gli giungevano da ogni luogo: “Così i nostri due mesi di permanenza australiana sono diventati 56 anni di residenza”, afferma Enzo.

“Nel 1966, dopo aver osservato, in quei primi anni, come le orchestre australiane storcevano il naso all’idea di eseguire opere italiane, decisi di formare una orchestra come volevo io, con musicisti professionisti indipendenti, e così diedi vita alla New Symphony Orchestra”.  

Più tardi il sindaco di Melbourne e i colleghi consiglieri, avendo saputo delle qualità musicali del maestro Marcianò, in occasione del Melbourne Moomba Festival di quell’anno, lo invitarono a dirigere un concerto estivo al famoso Sidney Myer Music Bowl che può accogliere fino a 15mila persone.

Un evento, questo, che si ripeterà ogni anno.  Da quell’anno in poi la New Symphony Orchestra si trovò impegnata con grande successo insieme al suo maestro e fondatore Marcianò a Melbourne, a Sydney e in altre città d’Australia.  

“Fra gli artisti ospiti della nostra orchestra - aggiunge Marcianò - ricordo con piacere il pianista Sergio Perticaroli, il trombettista Gordon Webb, il tenore presso La Scala di Milano Gennaro Sica, il flautista nord-Americano David Bloom, il soprano Margaret Haggart, il chitarrista Peter Lynch, il Trio di Trieste, il chitarrista italiano Bruno D’Amario e  il violinista sloveno Igor Ozim, oltre alla meravigliosa cantante lirica australiana June Bronhill”. 

Certamente tra i risultati più brillanti di Enzo ci fa particolare piacere menzionare l’esecuzione della ‘Sinfonia No. 9’ di Beethoven, (ripetuta ben quattro volte al Melbourne Concert Hall e ogni volta con un “tutto esaurito”, ndr), e poi il grande ‘Requiem’ di Berlioz, eseguito con un’orchestra di 175 elementi, un coro di 300 voci e quattro complessi bandistici.  

Nel 1967 giunse a Melbourne in visita ufficiale il presidente della Repubblica Italiana, Giuseppe Saragat, e ad Enzo venne dato il compito di organizzare al St. Kilda Football Ground un grande concerto all’aperto di musiche italiane. Ricordo bene eravamo in migliaia di noi italiani giunti da ogni parte di Melbourne e dello Stato, e il successo fu straordinario.

Il maestro è stato anche un apprezzato compositore. La sua produzione comprende musiche per film, programmi televisivi, passacaglia (forma musicale di origine spagnola) per organo e orchestra, varie altre composizioni per orchestra e lavori corali. 

Una composizione che ricordo con molto piacere è la colonna sonora del film “Beyond Reason” (vincitore del premio Palma d’Argento al Festival Cinematografico di Cannes, ndr) prodotto e diretto dall’indimenticabile caro amico fotografo e regista, il catanese Giorgio Mangiamele, di North Carlton.  

Fra i tanti altri lavori di Enzo crediamo corretto ricordare il suo impegno a dirigere per parecchi anni i concerti lirico-sinfonici della Banda Bellini in occasione delle grandi manifestazioni popolari per Festa della Repubblica Italiana nel grande salone delle esposizioni del Royal Exhibition Building di Carlton; le musiche che compose per i due programmi televisivi per l’attrice australiana Diane Cilento, e nel 1973 una “Messa” in occasione del Congresso Eucaristico al Melbourne Cricket Ground (eseguita da un coro di 1.000 voci davanti ad un pubblico di circa 100mila persone, ndr). 

Parecchi dei suoi concerti sono stati registrati e distribuiti come album. Per molti anni Enzo è stato l’organista del Santuario di Sant’Antonio, di Hawthorn. 

Ricordo molto bene il suo aiuto e collaborazione che nel 1999 e per oltre tre anni ha concesso alla Banda Musicale Italiana “Vincenzo Bellini”, coprendo il ruolo di direttore artistico per molti dei 37 concerti annuali in tutto il Victoria, tutti bene accolti con gratitudine, stima e ammirazione sia dai musicisti stessi, amministratori e patrocinatori e da un pubblico sempre più attento e numeroso ai concerti del corpo bandistico di Melbourne.

Nel corso degli anni, suo fratello, il maestro Virgilio Marcianò, lo ha sostituito sul podio della Banda Bellini. 

Il maestro Enzo Marcianò ha sempre mantenuto la sua italianità e il suo grande amore per il suo Paese, non si è mai affievolito, tanto che per il suo straordinario contributo alla musica e alle arti gli è stata insignita la “Stella della Solidarietà” e il titolo di “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”.

Enzo e la moglie Marisa, una rispettata pianista di concerti e maestra di musica, sono genitori di due figli noti professioinisti nel campo della musica e tecnologia, Donato di 55 anni e Sebastian di 52, che li hanno resi orgogliosi nonni di quattro nipoti. 

Chiediamo a Enzo come trascorrono con la moglie il loro tempo libero nelle giornate e serate in questi tempi di lockdown nella loro residenza nel tranquillo quartiere a nord-est di Melbourne:

“In questo terribile periodo in cui siamo obbligati a rimanere in casa il più a lungo possibile,  non ci rimane altro da fare che tascorrere molto del nostro tempo a fare giardinaggio e a riordinare tante, tantissime cose del nostro passato, copiare migliaia di foto sul computer, e cerchiamo di completare molti dei lavori ch’erano rimasti incompleti. Certo ci mancano tanto, come a tutti, poter stare insieme ai nipoti e ai figli. Speriamo tanto che un raggio di luce apparirà presto in questo buio e tetro tunnel in cui stiamo vivendo”.  

Gli chiedo se vi fosse qualcosa di particolare del suo passato che possa interessare i lettori:

“Un episodio che ricordo e che fa parte della mia formazione. Nel 1962 ero sostituto del maestro Bruno Nicolai alla Fono Roma dove si sincronizzava musica per film. Ero in orchestra come tastierista, cioè, dovevo suonare qualsiasi strumento a tastiera richiesto dal compositore. Tieni presente che in questo lavoro non si fanno prove, si registra a prima vista. Il procedimento è molto costoso e se non sei in grado di farlo, quello diventa il primo e l’ultimo lavoro della tua vita”.

“Quel giorno dovevamo sincronizzare un film con la musica di Morricone. Ad un certo punto trovo scritto sulla mia partitura - USARE IL PIANO STANDA - Orrore, e cos’è?  A fianco a me c’era un pianista siciliano, il maestro Donadio, che vedendomi impallidire mi spiegò che Morricone voleva effetti non sempre prodotti da strumenti tradizionali, e mi consigliò di guardare dovunque nella sala per qualcosa di strano. Panico! Così, mentre Donadio suonava anche la mia parte, io cercai dovunque, sotto le sedie e negli armadi. Finalmente trovai una scatola sigillata con la figura a colori di un piano. Giocattolo per bambini con sopra scritto - ESCLUSIVITÀ NEGOZI STANDA”.