BRISBANE - Dopo quasi dieci anni di valutazioni di impatto ambientale, di cause legali intentate da ambientalisti e da proprietari tradizionali aborigeni, di ritardi burocratici e di intense polemiche politiche che hanno influenzato persino il risultato delle ultime elezioni federali, il governo laburista del Queensland ha spianato l’ultimo ostacolo all’avvio dei lavori per lo sfruttamento della miniera di carbone Carmichael da parte dell’Adani. Il ministero statale dell’Ambiente ha approvato il piano per la gestione della falda acquifera nei dintorni della miniera, imponendo però nuove condizioni per proteggere le sorgenti di Doongmabulla. In particolare, dovrà effettuare analisi dettagliate idrogeochimiche della falda, e cercare d’identificare le fonti che alimentano quelle sorgenti. 
Il progetto del valore di oltre 20 miliardi di dollari include, oltre allo sviluppo della miniera, una linea ferroviaria di 189 km e una massiccia espansione del porto di Abbot Point prospiciente la Grande Barriera Corallina, che comporterà il dragaggio dei fondali. Questi ultimi interventi non sono ancora stati approvati dalle autorità statali.
“Nei prossimi giorni le attività di preparazione continueranno a pieno ritmo, permettendoci di cominciare entro qualche settimana le attività di costruzione”, ha commentato l’amministratore delegato di Adani Australia Lucas Dow. 
Il governo statale ha dato licenza all’Adani di estrarre fino a 60 milioni di tonnellate di carbone all’anno, ma l’ultimo piano di sfruttamento della compagnia mineraria prevede invece di produrre dalle 10 alle 20 tonnellate all’anno in una prima fase in concomitanza con i lavori di costruzione, per poi arrivare a 27,5 milioni in un periodo successivo.  
Le reazioni al via libero finale alla costruzione della miniera non si sono fatte attendere.
Il ministro federale delle Risorse Matt Canavan ha definito “un momento storico” il via libera alla miniera Carmichael: “E’ la prima volta da più di 50 anni che si apre un nuovo bacino carbonifero in Queensland, un evento di enorme importanza per il futuro economico dello Stato”.
Per Emma Barrett del Mackay Conservation Group, invece, “la decisione odierna ha ignorato gli avvertimenti degli esperti secondo cui la miniera Adani potrebbe danneggiare irreparabilmente la falda acquifera del Queensland”. Il rappresentante di Greenpeace per l’area Australia-Pacifico David Ritter ha parlato di “decisione incredibile” che rappresenta uno “schiaffo in pieno volto” all’ambiente.
L’ex leader federale dei verdi Bob Brown, che ha organizzato il “convoglio Anti-Adani” durante la recente campagna elettorale, infine ha accusato le autorità di governo di avere condotto un procedimento d’approvazione “corrotto” che segnerà la morte delle sorgenti di Doongmabulla.