ROMA - Tra poche ore la premier Giorgia Meloni si presenterà nell’Aula del Senato per chiedere la fiducia al suo governo anche da parte di Palazzo Madama e ribadirà, tra le altre cose, i punti già toccati con il suo discorso alla Camera di martedì.

Tra questi, al primo posto c’è la convinta adesione alla Nato e la ferma presa di posizione in continuità con il governo precedente sul sostegno italiano all’Ucraina. Su questo aspetto, in una intervista sul Corriere della Sera uscita oggi, è intervenuto anche il neoministro della Difesa, Guido Crosetto, il quale ha anticipato che “Meloni parlerà con gli altri presidenti della Ue e insieme si deciderà la linea dei prossimi mesi, come è stato quando a Palazzo Chigi c'era Draghi”.

Sul tavolo del ministro, ereditato dal suo predecessore, c’è già il testo di un altro decreto per l’invio di armi all’Ucraina, ma andrebbe ancora limato a cura del nuovo esecutivo. E in questo senso, proprio alla nuova premier e al nuovo governo, sempre dalle colonne del Corriere della Sera, si è rivolto martedì il presidente ucraino Volodymir Zelensky, chiedendo all’Italia l’invio di “armi per la difesa antiaerea”. Il leader di Kiev ha anche parlato della telefonata avuta qualche giorno fa con Giorgia Meloni, che ha invitato a visitare la capitale ucraina e che le avrebbe dato rassicurazioni sul mantenimento della linea già tracciata dal suo predecessore Draghi.

Ieri, intanto, a chiedere un maggiore impegno dell’Italia nel sostegno a Kiev è stato anche il segretario generale della Nato, Jans Stoltenberg e la stessa premier italiana ha avuto, nella notte tra martedì e mercoledì, una telefonata anche con il presidente Joe Biden, che si è complimentato per la fiducia al governo ricevuta dalla Camera. Tra i vari temi trattati, si legge in un comunicato, i due “hanno ribadito l'impegno a continuare a fornire assistenza all'Ucraina, chiedere conto alla Russia delle sue responsabilità per l'aggressione, affrontare le sfide poste dalla Cina e assicurare fonti di energia sostenibili e abbordabili”.

Il nuovo governo italiano è dunque convintamente collocato accanto agli Stati Uniti su tutti i dossier più rilevanti di politica estera ma, Meloni lo sa bene, una parte forse persino maggioritaria degli italiani è sempre meno convinta, o non lo è mai stata, sulle armi all’Ucraina.  

Proprio su questo batterà il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che ha già dichiarato che voterà contro nuovi invii di armi a Kiev e questo “sarà un problema” ha ammesso lo stesso Crosetto, specificando “che su temi così importanti sarebbe meglio avere il Parlamento unito”.