BUENOS AIRES - Il Museo del Sito della Memoria dell'ESMA, situato nel luogo in cui operava il più grande centro di detenzione clandestino del Paese durante l'ultima dittatura civile-militare, è stato inserito oggi nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, dopo essere stato dichiarato sito di "eccezionale valore universale" durante la 45° sessione del Comitato dell'organizzazione tenutasi a Riyadh, in Arabia Saudita. 

 "Bisogna congratularsi con l'Argentina per aver presentato questa candidatura e per aver cercato di ottenere giustizia per gli atti commessi dalla dittatura contro gli oppositori armati e disarmati, comprendendo l'influenza globale e la risonanza di questi eventi sul Museo ESMA", ha dichiarato l'organismo nell'annunciare la dichiarazione. 

Secondo quanto annunciato durante la sessione, è stato stabilito che il Sito-Museo della Memoria ESMA (Ex Centro di Detenzione Clandestina, Tortura e Sterminio) è rappresentativo della repressione illegale attuata e coordinata dalle dittature dell'America Latina negli anni '70 e '80 sulla base della sparizione forzata delle persone. 

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Unesco ha preso la decisione dopo aver esaminato un totale di 50 nuove candidature, di cui 34 culturali, nove naturali, due miste e cinque con modifiche significative dei confini, è stato annunciato ufficialmente. 

In un messaggio rilasciato durante l'incontro, il presidente Alberto Fernández ha affermato che "in quel luogo si è espresso il peggio del terrorismo di Stato" e ha assicurato che l'Argentina continua a "mantenere viva la memoria". 

 "Con la forza delle Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo che cercavano disperatamente i loro figli e nipoti, un intero Paese ha imparato a non rinunciare mai alla lotta. Quest'anno celebriamo 40 anni di democrazia e continuiamo a chiedere giustizia affinché nessuno possa negare o dimenticare l'orrore", ha detto il presidente attraverso un messaggio registrato che la delegazione argentina ha trasmesso al momento dell'approvazione della mozione. 

Il lungo percorso era iniziato nel 2015, quando lo Stato argentino aveva avviato i passi presso l'Unesco, portato avanti nel 2017 con la notizia dell’iscrizione del Museo ESMA alla lista provvisoria del Centro del Patrimonio Mondiale e, finalmente, conclusosi oggi con il riconoscimento ufficiale del Comitato Unesco.