Non c’è nessun altro periodo dell’anno in cui è talmente forte la trepidazione da coinvolgere intere generazioni nella preparazione di una sola festa. Il Natale ha questa capacità di unire anziani e piccini, adulti e amici, in un’unica grande festa che si vorrebbe non finisse mai. 

Ognuno di noi racchiude segretamente dentro di sé i ricordi di momenti preziosi, alcuni immensamente gioiosi, altri più tristi e malinconici, ma tutti infinitamente intimi e importanti. 

Cambiare Paese e abitudini di vita, distaccarsi dalla propria famiglia originaria e ricostruirsi nuove amicizie vuol dire anche dover fare i conti ogni dodici mesi con questi ricordi, con lo sforzo di trovare un modo di mantenerli ma anche di prenderci la giusta distanza al fine di non soffrirne perché inevitabilmente la vita cambia, si riadatta, e così fanno anche le tradizioni. 

Lo sanno bene le migliaia di italiani che sono emigrati più di mezzo secolo fa downunder, ma ora le stesse emozioni vengono condivise dalle nuove generazioni di connazionali che hanno scelto l’Australia come nuova casa e che si ritrovano a fare i conti con nuove abitudini oppure con il mantenimento di quelle italiane in un ambiente completamente diverso. 

Quest’anno, per esempio, casa Asensi ha ricevuto il più bel dono che potesse arrivare: la nascita del piccolo Louis, arrivato il primo dicembre insieme all’estate. La madre, Francesca De Angeli, originaria di Verona, racconta di come la nascita del piccolo è stata occasione per lei e il compagno francese, Arnaud, di ritornare alle tradizioni familiari, temporaneamente sospese negli anni precedenti a causa del cambio di continente. “In Italia, con la mia famiglia, facevo l’albero di Natale sempre l’8 dicembre, per l’Immacolata, che era giorno di festa e  il giorno dopo il compleanno di mia mamma – ha spiegato Francesca –. Poi facevamo anche il presepe e nascondevamo Gesù bambino nella credenza insieme ai Re Magi, in attesa di tirarli fuori alla mezzanotte del 24”. La notte della Vigilia, in casa De Angeli, procedeva con la Messa dopo una cena di magro e poi  con lo scarto dei regali una volta rientrati a casa. Seguiva il pranzo con la famiglia estesa il 25 e il 26 dicembre. 

“Da quando sono qui in Australia ho mantenuto solamente la tradizione dell’albero – ha rivelato Francesca –. Questo dicembre, visto che è nato il piccolo Louis, e dato che ci vengono a trovare i nostri genitori, abbiamo migliorato le decorazioni in casa e faremo il cenone il 24 e il pranzo natalizio il 25. Quest’anno rappresenta per entrambi un ritorno alle tradizioni  casalinghe italo-francesi. Abbiamo lasciato l’usanza del presepe, ma manteniamo quella della cena e dei pranzi”.

La tradizione più sentita e riportata in Australia grazie al piccolo Louis, però, è quella di Santa Lucia. A casa De Angeli, infatti, la sera del 12 dicembre veniva preparato un po’ di cibo per la visita della Santa, accompagnata dal Castaldo (suo fidato aiutante, in quanto cieca) e l’asinello. La Santa, tradizionalmente, porta regali e dolci per i bambini che non si possono alzare dal letto fino al mattino del 13 dicembre perché se Santa Lucia li trova svegli gli getta la sabbia negli occhi.

“Quest’anno la Santa ha portato solamente dolci per il piccolo ma, dall’anno prossimo, dato che sarà un po’ più grande, gli porterà anche dei regali. A casa mia, a Verona, questa tradizione è sentita forse di più che Babbo Natale, e la gioia di svegliarsi al mattino, andare in salotto e vedere che Santa Lucia ha bevuto il caffè e mangiato i biscotti, l’asinello ha mangiato la carota e il Castaldo la mela, è impagabile. L’anno prossimo abbiamo intenzione di coinvolgere il piccolo Louis, quindi scriveremo la letterina a Santa Lucia e rifaremo tutto quanto”, ha concluso Francesca. 

Anche Simone Di Stefano, originario de L’Aquila, si è dovuto confrontare con nuove tradizioni ma, soprattutto, con nuovi climi: “La mia città di provenienza è una delle più fredde d’Italia – ha raccontato –. Quindi, le festività natalizie consistevano principalmente nello stare a casa in famiglia e mangiare le nostre prelibatezze, che comprendevano lenticchie e cotechino a Capodanno e polenta per tutto il periodo festivo”.

Simone Di Stefano con la fidanzata Jess Garwood

 

“Un’altra tradizione immancabile era il mercatino per il giorno della Befana, che in realtà iniziava il 5 gennaio, il giorno prima – ha proseguito Simone –. È un mercatino molto famoso, che vanta oltre 300 bancarelle provenienti da tutta Italia”.
Di Stefano ha fatto fatica a mantenere le tradizioni casalinghe in quanto strettamente legate anche al clima invernale tipico delle zone di provenienza abruzzesi. Simone ha raccontato quindi di avere spesso trascorso la giornata di Natale in spiaggia da quando abita in Australia. Almeno fino a quando ha conosciuto la sua attuale compagna, Jess Garwood, originaria di Melbourne. 

“Da quando l’ho incontrata, infatti, passo le festività con lei e la sua famiglia e questo mi fa sentire un po’ più a casa. Quando si può, però, cerco comunque di onorare la tradizione italiana, festeggiando, in ogni caso, la Vigilia, il giorno di Natale e il Capodanno in famiglia o anche trovandomi con gli amici che sono disponibili”.