STOCCOLMA - È lo scrittore ungherese László Krasznahorkai il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2025, assegnato dall’Accademia di Svezia “per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”. Il riconoscimento premia una delle voci più intense e radicali della letteratura europea contemporanea. 

Nato a Gyula nel 1954, Krasznahorkai ha studiato giurisprudenza a Szeged e letteratura ungherese a Budapest, lavorando inizialmente come giornalista prima di dedicarsi completamente alla narrativa.

Le sue opere, pubblicate in Italia da Bompiani, comprendono romanzi di culto come Satantango (1985), Melancolia della resistenza (1989), Guerra e guerra (1999), Seiobo è discesa quaggiù (2008) e Il ritorno del barone Wenckheim (2016), con cui nel 2019 ha vinto il National Book Award for Translated Literature. Nel 2015 si era già aggiudicato l’International Man Booker Prize. 

La sua scrittura, caratterizzata da frasi lunghissime e un ritmo ipnotico, è stata definita dal poeta e traduttore George Szirtes “un flusso di lava narrativa”.  

Il suo esordio, Satantango, ambientato in un villaggio ungherese abbandonato, è diventato nel 1994 un film del regista Béla Tarr - in bianco e nero e della durata di sette ore e mezza - con il quale lo scrittore ha collaborato anche per altre opere, tra cui Il cavallo di Torino (2011).