SYDNEY – L’ex primo ministro laburista Paul Keating soleva dire “mai frapporsi tra un premier e un secchio pieno di dollari”, e lui se ne intendeva e aveva anche il dono della sintesi.
Mercoledì scorso il premier del Victoria, presentando un ambizioso piano sull’edilizia abitativa - che prevede la demolizione di tutti i palazzi popolari e la costruzione di 800.000 nuovi alloggi nei prossimi dieci anni - ha annunciato una nuova tassa, al 7,5%, che verrà imposta sugli affitti a breve termine. In pratica sugli introiti delle piattaforme Airbnb e Stayz, poiché l’affitto di alloggi privati sembra aver soppiantato il comparto alberghiero, essendo spesso a buon mercato.
Daniel Andrews ha giustificato la nuova imposta ribadendo che i ricavati della nuova imposta verranno dirottati verso Homes Victoria, per finanziare lo sviluppo di un’edilizia sociale con case a prezzi abbordabili, sia nelle zone metropolitane che regionali.
Il giorno successivo, il premier del NSW Chris Minns ha detto che il Consiglio dei ministri è pronto ad esaminare qualunque misura per far fronte alla crisi abitativa dello stato. Il messaggio di Minns è stato subito recepito dal ministro del Tesoro Daniel Mookhey, che ha immediatamente chiesto alla Tesoreria di analizzare l’impatto dell’imposizione della tassa nel Victoria e in altre giurisdizioni estere.
“La situazione del Victoria non è dissimile da quella del NSW – ha detto Mookhey - e non è dissimile da ciò che accade in California, in Spagna, a Londra, dove il mercato degli alloggi privilegia gli affitti per brevi soggiorni, esacerbando la crisi abitativa”.
Criticato per non aver affrontato l’emergenza immobiliare nella sua prima manovra di bilancio, Mookhey ha confermato che il governo sta esaminando misure proposte dalla Commissione urbanistica indipendente, quali l’imposizione di un calmiere sugli affitti a breve termine e di un limite di 60 giorni per l’affitto di case nella zona di Byron Bay.
Nel Victoria, il documento che accompagnava l’annuncio della nuova tassa, che il premier ha definito una misura “modesta”, spiegava che “nello stato ci sono oltre 36.000 alloggi, affittati per brevi soggiorni, metà dei quali nelle zone regionali e 29.000 di essi sono case”, il che vuol dire un bel po’ di entrate per le casse dello Stato: si stima circa 70 milioni di dollari annui.
Nel NSW, in base ai dati di maggio, le proprietà registrate per affitti a breve termine sono 45.209, un aumento di 13.000 da dicembre 2021.
Il premier Minns, ha rassicurato che il governo non prenderà decisioni in corsa, ma che avvierà una revisione sulle normative sugli affitti a breve termine. E prenderà decisioni basate sul “buon senso”, aggiungendo: “Gli affitti di proprietà per brevi soggiorni stanno avendo un effetto estremo sulle comunità, soprattutto quelle regionali e costiere e nelle zone turistiche, dove è impossibile reperire immobili da affittare a lungo termine”.
Per il ministro dell’Edilizia abitativa del NSW, Rose Jackson, l’imposta sugli alloggi Airbnb verrà considerata nella revisione: “Siamo stati chiari e trasparenti, per affrontare la crisi abitativa, tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Un avvertimento, quello di Jackson, che molti hanno interpretato come l’ammissione che la tassa sia in arrivo anche nel NSW.
Intanto nel Victoria la nuova imposta non è stata ben accolta da Airbnb Australia e Nuova Zelanda, sulla quale il direttore Michael Crosby ha detto senza perifrasi che “il 7 e mezzo percento è troppo ed è un favore al settore alberghiero”.
Sottolineando che Airbnb avrebbe accolto favorevolmente una tassa tra il 3 e il 5% in linea con le direttive internazionali, Corsby ha messo in guardia che un’aliquota così elevata avrà un impatto negativo su tutto il comparto turistico, sia per i visitatori del Victoria che per chi ci vive e vuol fare una vacanza nello Stato.
D’accordo con Crosby, la Ceo del Victorian Tourism Industry Council, Felicia Mariani, che ha definito la nuova tassa “significativa e disastrosa” per il settore turistico.
Mariani, contraddicendo il premier Andrews che aveva parlato di ‘tariffa modesta’, ha detto che quella annunciata è un’imposta significativa, dando l’esempio di un alloggio per tre notti, a 400 dollari a notte, per un totale 1.200 dollari che, con l’imposta al 7,5%, diventeranno 1.290 dollari, e 90 dollari non è una cifra insignificante per i visitatori dello stato.
Mariani teme che i previsti aumenti per i pernottamenti nel Victoria porteranno ad un declino nelle presenze turistiche, soprattutto in quelle destinazioni a un paio d’ore di guida da Melbourne, tuttavia Andrews insiste che la sovratassa non è esosa.
RS