DARWIN - I bambini e gli adolescenti del Northern Territory non avranno più accesso, tramite il sistema sanitario pubblico, ai bloccanti della pubertà e agli ormoni di affermazione di genere.

Lo ha annunciato il ministro della Sanità Steve Edgington, spiegando che il governo territoriale seguirà l’esempio del Queensland nel sospendere questi trattamenti.

In una nota diffusa ieri, Edgington ha affermato che la nuova linea del Territorio è coerente con quanto adottato da altre giurisdizioni, tra cui la Nuova Zelanda e diversi Paesi europei. Secondo il ministro, la misura interesserà “un numero limitato di giovani adolescenti” che finora avevano avuto accesso alle terapie tramite il sistema sanitario pubblico.

“I ragazzi del Territorio meritano di crescere liberi da pratiche pericolose, promosse da ideologie, con conseguenze irreversibili - ha dichiarato Edgington -. La priorità della sanità pubblica resterà il sostegno alla salute mentale degli adolescenti”.

La decisione viene annunciata dopo mesi di pressioni da parte dell’Australian Christian Lobby, che nell’ottobre 2024 aveva presentato una petizione chiedendo la sospensione di tutte le pratiche mediche e chirurgiche di transizione per i minori. In una risposta formale alla petizione, depositata in Parlamento ad aprile, lo stesso Edgington aveva però ricordato che il sistema sanitario territoriale non offriva interventi chirurgici per la disforia di genere nei giovani e che i servizi erano forniti in linea con gli standard clinici australiani.

La svolta ha suscitato forti reazioni tra associazioni e professionisti sanitari. In una dichiarazione congiunta, gruppi di attivisti transgender, tra cui Top End Pride, hanno ribadito che l’identità di genere non è una condizione di salute mentale e che esistono prove secondo cui il sostegno di affermazione di genere tutela il benessere psicofisico delle persone transgender e non binarie. “Interventi politici che ostacolano l’accesso a questi servizi negano un diritto fondamentale alla salute”, hanno affermato.

Critiche sono pervenute anche dal mondo medico. La dottoressa Danielle Stewart, medico di base a Coconut Grove e responsabile del primo servizio LGBTQIA+ del Territorio, ha detto che la decisione contraddice il parere di medici, giuristi e organismi per i diritti umani. Stewart ha avvertito che ora le famiglie dovranno sostenere costi elevati – fino a 3mila dollari l’anno – per ottenere le terapie al di fuori del sistema pubblico.

Il presidente dell’AMA NT, John Zorbas, ha definito l’annuncio “panico morale mascherato da tutela della sicurezza pubblica”, mentre Stewart ha voluto lanciare un messaggio diretto ai giovani transgender: “Siete valorizzati. Questa scelta non rappresenta tutta la comunità del Northern Territory, e non sarete lasciati soli”.