Sono tante le novità urbanistiche e architettoniche che riguardano Budapest: la capitale ungherese sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni e di fermento culturale.
Fulcro del cambiamento è Liget Budapest, piano urbanistico che prevede il completo recupero e rinnovamento del parco pubblico più grande della città, al cui interno si trovano diversi luoghi iconici come il museo di Belle Arti, il Centro Nazionale di Conservazione e, tra le ultime realizzazioni, la House of Music Hungary, capolavoro dell’architettura contemporanea del giapponese Sou Fujimoto, e il Museum of Ethnography, uno degli edifici museali più moderni d’Europa.
Entrambi gli edifici sono all’avanguardia e si inseriscono in modo armonioso nel parco: la House of Music Hungary, sede di mostre, spettacoli dal vivo e luogo di didattica musicale, è una struttura dal profilo unico, costruita vicino al lago e al castello di Vajdahunyad. E’ un edificio arioso con ampie e alte pareti di vetro e migliaia di motivi decorativi a foglia che compaiono dal controsoffitto.
Per la superficie superiore l’architetto Sou Fujimoto si è ispirato all’immagine visiva del suono, l’onda: non ci sono angoli retti nel tetto ma solo forme ondulate e, inoltre, la superficie è perforata da circa 100 pozzi di luce, molti dei quali incanalano all’interno la luminosità del giorno, creando così un’atmosfera suggestiva. Il piano inferiore, di circa 2.000 metri quadrati, è riservato alle mostre permanenti e temporanee; il piano terra è dedicato alle arti performative con eventi musicali dal vivo nelle sale da concerto e la terrazza, che affaccia sul City Park Lake, è un luogo di svago. Quest’area luminosa ospita anche un archivio digitale costituito principalmente da documenti legati alla storia della musica popolare ungherese, nonché una biblioteca multimediale, un club e sale di educazione musicale.
L’altro edificio, innovativo e iconico, è la nuova sede del Museo Etnografico, progettato dall’architetto Marcel Ferencz dello studio Napur: situato sul sito dell’ex piazza Felvonulási è uno degli edifici museali più moderni d’Europa, sede di una collezione di impareggiabile diversità e ricchezza del patrimonio artistico ungherese. Lo spettacolare edificio, con il suo design che evoca una coppia di pendii che degradano verso il centro, si distingue per la decorazione della sua facciata, dove sono presenti su una griglia metallica quasi mezzo milione di pixel che concorrono a ricreare una selezione di motivi etnografici nazionali e internazionali.
La struttura, inoltre, regala uno spazio verde, dove i giardini pensili fanno bella mostra e offrono un’area in cui svagarsi e rilassarsi. Al piano terra l’edificio ha due spazi dalle funzioni separate: una sezione è dedicata alle attività pubbliche ed è a disposizione dei cittadini e dei visitatori, mentre l’altra è ideata per le iniziative museali con una sala eventi, un laboratorio e area per bambini e ragazzi, un centro visitatori, il negozio del museo e il ristorante. Tra le novità culturali della capitale ungherese spicca anche la ristrutturazione della Opera House, istituzione teatrale nata nel 1884, che dopo anni di restauro è tornata a splendere e ad accogliere spettacoli per gli amanti del genere lirico e dei balletti.
Budapest, nel suo complesso, ha edifici architettonicamente degni di nota in un’ampia gamma di stili e di periodi di tempo distinti, dall’antichità ai più moderni.La maggior parte degli edifici a Budapest è relativamente bassa. Il numero di grattacieli è mantenuto basso dalla legislazione edilizia, che mira a preservare il paesaggio urbano storico e soddisfare i requisiti del patrimonio mondiale dell’umanità. Regole severe si applicano alla pianificazione, autorizzazione e costruzione di grattacieli e di conseguenza gran parte del centro città non ne ha. Alcuni progettisti vorrebbero un allentamento delle regole per la costruzione dei grattacieli, ed è stata sollevata la possibilità di costruire grattacieli al di fuori del centro storico della città.
Nell’ordine cronologico degli stili architettonici Budapest è rappresentata sull’intera linea temporale, a cominciare dalla città romana di Aquincum che rappresenta l’architettura antica. Lo stile determinante è quello gotico. I pochi edifici in questo stile rimasti si trovano nel quartiere del castello. Gli edifici degni di nota sono n.18, 20 e 22 in via Országház, che risalgono al XIV secolo e in via Úri n.31, che ha una facciata gotica che risale al XV secolo. Altri edifici con caratteristiche gotiche sono la Chiesa parrocchiale della città interna, costruita nel XII secolo, e la Chiesa di Maria Maddalena, completata nel XV secolo. Gli edifici in stile gotico più caratteristici sono in realtà neogotici, come i monumenti più famosi di Budapest, il Palazzo del Parlamento ungherese e la Chiesa di Mattia, dove è stato utilizzato gran parte del materiale originale (costruito originariamente in stile romanico nel 1015).
Durante l’occupazione turca (1541-1686), la cultura islamica fiorì a Budapest; più moschee e bagni furono costruiti nella città. Questi erano grandi esempi di architettura ottomana, che è stata influenzata dai musulmani di tutto il mondo, tra cui l’architettura turca, iraniana, araba e, in misura maggiore, bizantina e le tradizioni islamiche. Dopo che la Lega Santa conquistò Budapest, sostituirono la maggior parte delle moschee con chiese e minareti furono trasformati in campanili e guglie di cattedrali. A un certo punto la distinta piazza centrale in pendenza di Budapest divenne un vivace bazar orientale. La capitale ungherese è infatti uno dei pochi posti al mondo con originali bagni turchi funzionanti risalenti al 16º secolo, come le terme Rudas o le terme Király. Le varie culture convergenti in Ungheria sembravano fondersi bene tra loro, come se tutte queste diverse culture e stili architettonici fossero digeriti nel proprio modo di fondersi culturale del Paese.
Un precedente per mostrare l’autocoscienza della città è la sezione superiore della piazza principale della città, chiamata Szechenyi. Quando i turchi arrivarono in città, qui costruirono moschee che furono sostituite in modo aggressivo con la chiesa gotica di San Bertalan. La logica del riutilizzo della base dell’ex moschea dell’edificio islamico e della ricostruzione in chiesa gotica, ma l’architettura in stile islamico su di essa è tipicamente islamica è ancora visibile. Dopo che turchi e musulmani furono espulsi e massacrati da Budapest, il sito fu rioccupato dai cristiani e riformato in una chiesa, la Inner City Parish Church (Budapest). La forma dell’architettura è il suo unico accenno di passato esotico: “due nicchie di preghiera sopravvissute di fronte alla Mecca e un simbolo ecumenico in cima alla sua cupola: una croce che si erge sopra la falce di luna turca”.